Anche per il 1995 si continua con un ritmo intenso: Centro Sociale aperto tutti i giorni con biblioteca, palestra, sala prove musicali, sala artistica, serigrafia, musica e diffusione materiale autoprodotto in più TUTTE LE SERE BIRRERIA. Il carico di lavoro che grava sugli occupanti inizia ad essere pesante e tra turni della birreria e apertura al quartiere si rischia di stare sempre dentro al Centro Sociale come in un microcosmo e infatti capita a parecchi di noi di passare diversi giorni senza uscire dato che qui c’è tutto, vengono tutti… si sta bene.
La nostra curiosità e la voglia di comunicare e di rinnovare i movimenti di trasformazione sociale portandoli su percorsi libertari, ecologisti, antisessisti e partecipi della rivoluzione comunicativa fa sì che il Centro Sociale dove stiamo tanto bene ci stia anche stretto, almeno ad una parte di noi.
Tirando le somme in questo anno alla fine avremo lavorato moltissimo sulla comunicazione infatti costruimmo ed utilizzammo parecchio la nostra serigrafia, iniziammo una più stretta partecipazione nelle attività e nel sostegno di Radio Onda Rossa fino a farci carico del “turno autogestito” ossia di occuparci di tutta programmazione della domenica (dalle 9 alle 18) di Onda Rossa, quella che era la biblioteca divenne anche Centro di Documentazione Antagonista (l’attuale Infoshop) per raccogliere e distribuire materiale autoprodotto e per crearne di nuovo. In ultimo fu l’anno dell’inizio di un utilizzo massiccio dei computer nelle attività del CSOA. Dalla scrittura dei volantini, alla creazione di manifesti, adesivi e delle locandine, che però erano ancora perlopiù fatte con tecnica mista (computer, pennarelli, colla e trasferibili) fino alle prime ricerche su Internet per i materiali da tradurre per gli opuscoli o le trasmissioni.
Nella prima metà dell’anno parecchi di noi, quasi tutti, ci trasferiamo per dei periodi a Londra dove un occupante del Centro Sociale è andato a vivere stabilmente e ha squattato una grande tipica casa inglese ad Hackney.
Questo via vai continua a nutrire il nostro immaginario con nuova musica, nuovi materiali, nuove idee e così sarà negli anni a seguire molti di noi andranno in giro per il mondo poi torneranno con nuove idee e cose che hanno entusiasmato e che si possono provare a condividere anche qui a partire dal Laurentinokkupato.
Per quel che riguarda il nostro attivismo ci diamo un gran daffare per sostenere Radio Onda Rossa, dando una mano nelle iniziative per raccogliere fondi e nella campagna per l’assegnazione di una nuova frequenza alla Radio. Durante il turno autogestito che facciamo tutte le domeniche portiamo anche molti materiali che saranno poi l’inizio di diverse campagne contro le multinazionali come Shell e McDonald’s che negli anni successivi diventeranno molto popolari.
Un’altra campagna che ci vede molto attivi fino ad organizzare una manifestazione nazionale a Roma e poi serata da noi è quella contro l’esecuzione di Mumia Abu Jamal, prigioniero politico negli Stati Uniti, ex militante del Black Panther Party e dei MOVE accusato di aver ucciso un poliziotto, il culmine della campagna sarà a dicembre la manifestazione sotto l’ambasciata USA di Via Veneto (circa 2.000 persone) e la successiva serata benefit al Laurentinokkupato.
Le vicende invece dei Centri Sociali e del Coordinamento arrivano a luglio ad un punto di svolta. Il Coordinamento tenta di rioccupare il CSOA La Torre (zona Nomentana) sgomberato diverse volte nei mesi precedenti. La polizia parte immediatamente in forze per sgomberare immediatamente la nuova occupazione, c’è resistenza da parte di chi sta dentro e da parte di chi sta fuori a cercare di alleggerire l’assedio. Il comune, che nelle valutazioni del Coordinamento avrebbe dovuto mediare, è invece latitante, alla fine della giornata si contano 85 denunciati per associazione a delinquere.
Il giorno dopo c’è subito un corteo pieno di rabbia per quel che sta succedendo come se la polizia, gli sgomberi e gli arresti non bastassero ci si mettono pure i fascisti di Talenti che si schierano ad un certo punto della Nomentana per fare non si sa cosa. Anche perchè non gliene viene dato il tempo e vengono tutti inseguiti e pestati come si deve.
Questo sgombero porterà a successive iniziative al Campidoglio e diversi incontri con il comune che insiste con i CSOA per il ripudio della violenza, la legalizzazione, bollette, affitti e così via.
La spaccatura di quella che era la grande famiglia dei Centri Sociali di Roma (semo tutti fratelli) è consumata. Tra chi aderisce alla trattativa e chi la rifiuta ci sono le consuete accuse di estremismo e di immaturità o di tradimento e di svendita. Ci si guarda male, si parla male, i CSOA si spaccano in due e capita pure di mettersi le mani addosso. La crisi dei CSOA e di come erano stati fino ad allora è evidente.
Riguardo a tutto ciò pensammo che fosse giunto il momento di fare chiarezza sulle nostre scelte e scrivemmo un documento che poi diffondemmo per tutta l’area antagonista/libertaria.
Un documento in più punti che andava oltre la sola questione della delibera 26 e andava invece ad analizzare cosa siamo e cosa vogliamo e che sarà poi punto di riferimento per una nuovo modo di stare nei posti occupati.
Per noi (ma poi sarà così per molti altri) l’esperienza dei Centri Sociali Occupati e Autogestiti (alcuni li chiameranno poi Centri Sociali di prima generazione) si era conclusa e il movimento dei CSOA era finito “diviso e scomposto nel confronto/scontro con l’istituzione”.
Si è conclusa l’epoca del militante che va a fare politica il pomeriggio, apre il CSOA e la sera lo chiude. Noi nel posto ci viviamo, ci abitiamo e siamo attivisti 24 ore, non stiamo più ai discorsi o alle proposte, siamo alla sperimentazione, al vivere in modo differente, alternativo, la zona autonoma.
Quello che era diventato questo posto era qualcosa di diverso, molto anomalo per la scena dei Centri Sociali Autogestiti italiani dell’epoca.