Il Laurentinokkupato è uno spazio molto grande che abbiamo occupato per farne un Centro Sociale nel 1991.
In precedenza avevamo, sempre all’interno di questo quartiere, occupato un casale abbandonato, questo dal 1987 al 1989.
Il Laurentino 38, così si chiama il quartiere, geograficamente si trova a ridosso del GRA di Roma, alla periferia SUD-OVEST della città. Ci vivono più di 20.000 persone, le case sono costituite da blocchi di palazzi e torri costruite in cemento e pannelli di gesso, quindi abitazioni abbastanza insalubri e costruite nel criterio del massimo risparmio / massimo profitto. Infatti la grande parte del quartiere è costituita da case di proprietà dello stato (ATER ex-IACP), che ha costruito questi enormi dormitori e non li ha poi dotati di alcun servizio.
In questa assenza di servizi, di punti di aggregazione, possiamo dire nell’assenza di qualsiasi forma o presenza, pubblica o privata, che soddisfacesse il bisogno di socialità della grande componente giovanile che qui abita (o sopravvive), abbiamo occupato questo spazio dove abbiamo dato risposta a queste esigenze di socialità sicuramente della popolazione del quartiere, ma primariamente nostre.
Laurentinokkupato/L38 Squat è uno spazio vivo che negli anni muta la collocazione delle attività, dei laboratori, della birreria ecc.. E’ comunque diviso su 4 piani (di cui però solo due sviluppano per molti metri quadri) al primo piano si trova l’ingresso, che si apre su un “cortile coperto” di cemento esterno allo spazio, al secondo piano si trova la sala grande dove facciamo i concerti, il teatro, le assemblee popolari, il bar e la cucina, al terzo piano si sviluppa la gran parte dello spazio e delle attività del L38 Squat / LAURENTINOKKUPATO qui c’è infatti la sala prove, il F-HackLab, la palestra, l’Infoshop e la serigrafia, l’erboristeria da un lato, e lo squat dall’altro, al quarto piano c’era la camera oscura ed il planetario.
Inutile dire che quello che abbiamo trovato qui nel 1991 quando abbiamo occupato era la devastazione totale ed abbiamo costruito, anno dopo anno, veramente una bella struttura, senza un grandissimo sforzo economico (solo con i proventi della birreria e dei concerti), ma con un grande lavoro di riciclaggio di materiali ed un immenso lavoro fisico dove chi sapeva “insegnava” e insegna/reciprocamente a chi vuole imparare, tutto ciò che si fa qui dentro dai lavori di muratura alle saldature all’uso del mixer, del computer, della serigrafia… dei rapporti umani.
In questi anni abbiamo fatto innumerevoli iniziative sociali, culturali, politiche nel quartiere e nella città. Tante iniziative contro il razzismo, il fascismo, il sessismo, contro i padroni, per la casa, per gli spazi sociali per la liberazione dei rivoluzionari e delle rivoluzionarie in galera, tante iniziative internazionaliste, per la diffusione di stili di vita alternativi etc. etc..
Storia di L38 Squat / Laurentinokkupato
Questa lunga storia che state leggendo è cominciata con una scrittura personale di uno dei compagni che diedero vita all’esperienza del Laurentinokkupato. Lo sforzo di questo compagno divenne un tesoro condiviso, un testo dove attingere per la costruzione di una conoscenza/identità collettiva, soprattutto riguardo quella parte di storia di lotte e avvicendamenti politici che molti/e occupanti, per età o per sopraggiungere successivamente, non avevano vissuto.
Il testo generò curiosità, dibattito, voglia di raccontarsi per capire, per conoscere il proprio posto in una forma più sistematica dei “racconti da birreria”. Fu essenzialmente una scrittura utile a noi, attivist* dello squat del sesto ponte, anche se fu pubblicamente presentata sul sito internet.
Gli anni passano, la gente cambia, alcune esperienze mutano o si evolvono. La storia però, a questo punto, si continua a scrivere a più mani, a metà fra le note di un diario di bordo ed un annale. La parte dal 1999 in poi è quindi un lavoro di copia&incolla dei ricordi, delle attività e delle considerazioni di tutt*.
Ci fermiamo per ora al 2006 perché gli ultimi due anni sono troppo freschi per giudicarli con il distacco dovuto, ovvero con quel minimo di (auto)critica a posteriori necessaria a chi percorre, sperimentando l’utopia possibile, un cammino plurale e complesso come quello dell’autogestione.
Questa è la nostra memoria, che per quanto lunga appaia è, ovviamente, solo una sintesi, un tracciato ridotto e leggero dei tortuosi e profondi sentieri e sentimenti che abbiamo con-vissuto. E’ lo specchio dove ci riconfrontiamo, utile per continuare a misurarci, per cogliere il meglio e il riproducibile di tanti anni di autogestione.
Speriamo di trasmettere a chi legge lo stesso desiderio di autonomia, di ribellione e di socialità che ci ha animato nel navigare tanti anni per i mari ostili della metropoli capitalista e, con lo stesso spirito, speriamo dare un contributo, i nostri “du’ spicci”, alla storia, all’analisi, allo sviluppo del movimento dei centri sociali e delle occupazioni antagoniste di Roma.
(stiamo lavorando per rendere di nuovo disponibile anche la narrazione anno per anno)
1987 – Dal muretto al Centro Sociale
1989 – Piano, piano lasciamo il Casale
1990 – La Pantera, le case occupate
1992 – Un anno di antifascismo
1995 – Da C.S.O.A. a LAURENTINOKKUPATO e basta
1996 – Mediattivismo e ROS/Marini
1997 – Punk e contro-informazione
1999 – Contro guerra e multinazionali
2001 – Irrompiamo nei vertici delle elite del dominio, NO G8
2003 – Guerra in Iraq, Fortezza Europa, squat messo a nuovo
2004 – Lotta di quartiere, diritto alla casa e difesa del centro sociale
2005 – Ancora tante iniziative… mentre i fasci riescono dalle fogne