Una delle prime cose che facemmo fu tirare fuori un giornale (venne fuori una fanzine) per comunicare a tutti oltre le brevi parole dei manifesti e degli striscioni perchè avevamo occupato, perchè la musica doveva essere gratis, perchè volevamo distruggere questo quartiere ghetto. Il giornale si chiamò Deflagrazione (sulla copertina ci scrivemmo Numero 0 Anno 1) e fu invece un numero unico, come tanti giornali autoprodotti dell’epoca.
La prima iniziativa del Centro Sociale, che noi chiamavamo il Casale, poi CSOA Deflagrazione e poi Centro Sociale Laurentino Occupato, mentre tutti quanti ci hanno sempre chiamato CSOA Laurentino, fu un’iniziativa a sostegno della lotta del popolo palestinese e la facemmo il 23 gennaio 1988 (vedi locandina) la settimana prima c’era stato un corteo a Roma di circa 10,000 persone veramente entusiasmante.
Infatti nei primi giorni di dicembre del 1987 era scoppiata l’Intifada e questa dura lotta dei palestinesi impegnò per diversi anni le attività di un po’ tutti. Noi ci unimmo al Coord. di Solidarietà con l’Intifada di Zona Ovest che si impegnò nel progetto di raccogliere i soldi per comprare un’ambulanza da utilizzare nei territori occupati, bisogna ricordare che durante l’Intifada sono morti più di 300 palestinesi, moltissimi dei quali ragazzini, ed i feriti sono stati innumerevoli, l’esercito israeliano aveva l’ordine di spezzare le braccia ai palestinesi arrestati.
Col Coordinamento andavamo ogni sabato nei mercati o davanti ai supermercati della zona, mettevamo degli striscioni e volantinavamo per far conoscere le ragioni dei palestinesi e per boicottare le merci israeliane (sopra ogni cosa i pompelmi Jaffa) e raccoglievamo un po’ di soldi anche vendendo il manifesto che avevamo fatto stampare come Coord., che però a noi del Laurentino non era piaciuto perchè c’era una vecchia immagine di ragazzini in addestramento con le armi sullo sfondo di un campo profughi, un immagine da anni ’70, mentre questa era la rivolta delle pietre, le armi non vennero quasi mai utilizzate. Comunque con il Coordinamento mi ricordo che facemmo tantissime iniziative ed un numero infinito di riunioni nella sede di Magliana, ed era così per tutti in città nel 88 e negli anni che seguirono.
Al Casale ci si vedeva tutti i pomeriggi fino a sera, ora avevamo la luce. Utilizzavamo soprattutto il piano di sotto perchè sopra era un po’ traballante comunque per il momento ci bastava il sotto, formato da quattro stanze che dividemmo in cucina/birreria, sala riunioni che era poi la stanza dove stavamo sempre, sala ping pong e sala prove. Decisamente la sala prove era un bel posto, uno stanzone con scritti sui muri tutti i nomi dei gruppi che ci suonavano, e dei gruppi che andavano per la maggiore tra chi lì suonava (Circle Jerks, DRI, Anthrax etc.) ed ogni mattina mi ricordo che noi ci guardavamo le prove dei GAS che sparavano a tutto volume il loro hard core verso la strada sotto il casale dove passava la gente che andava in chiesa e subiva infastidita questo casino demoniaco. Anche la sala ping-pong era riuscita bene con la sua “parete giamaicana”, infatti avevamo verniciato tutta la parete con tre bande orizzontali rosso, giallo e verde. Poi le altre due sale erano abbastanza normali con i divani, qualche manifesto, qualche tavolo, il camino (che però tirava male e riempiva di fumo tutte le stanze) e la tele dove ci vedevamo e rivedevamo video musicali e concerti, infatti facemmo poi una rassegna video (vedi locandina) dai Dead Kennedys ai Pink Floyd etc.
In circoscrizione si accorsero di noi votando un ordine di sgombero, motivazione il casale era pericolante e noi potevamo farci male… cosa del tutto pretestuosa perchè il Casale è tutt’oggi in piedi malgrado che più o meno nel 1995 c’è stato un incendio che ne ha fatto crollare il tetto (ecco le foto di un paio dei murales che erano rimasti – nucleare – FSLN – )Comunque verso metà aprile arrivamo un pomeriggio e trovammo i sigilli che ci dissero avevano messo la mattina i vigli urbani, non ci pensammo neanche un secondo e il primo che arrivò riapri tutto.
Sempre in quel periodo mi ricordo che alcuni di noi andarono a Montalto ad uno delle ultime giornate di azione diretta e blocco dei lavori di quella che avrebbe dovuto essere, e grazie alle nostre lotte non è stata, la centrale nucleare di Montalto di Castro.
Tra le altre cose di questo periodo mi ricordo che ci fu un continuo tentativo di far avvicinare il Centro Sociale ad altre strutture politiche che non fossero quelle del Coordinamento dei CSOA (che era abbastanza vicino, ossia quasi tutti i partecipanti provenivano o facevano riferimento all’area di autonomia). Questo perchè eravamo tutti pischelli e facevamo gola e sembravamo sicuramente una facile preda… così per settimane venivano dei compagni a fare le riunioni con noi e poi, credo quando capivano che continuavamo di testa nostra, non venivano più di punto in bianco, questo successe sicuramente, e ce ne accorgemmo perfino noi nella nostra ingenuità dell’epoca, da parte di alcuni gruppi dell’epoca come l’OPR e l’OCI. E questo era causa di interminabili assemblee di gestione e scazzi iperpolitici, che erano poi fuori dalla vita quotidiana del gruppo di giovani compagni che stava al Casale tutti gli altri giorni della settimana.
A maggio, il 13, ci fu la nostra prima iniziativa concerto, dato che le stanze erano non molto grandi bisognava suonare all’aperto e per questo sistemammo un rialzo del giardino intorno al casale come un palco, lo ricoprimmo di pedane, tavole e moquette ed eravamo pronti. In qualche modo ottenemmo l’amplificazione della circoscrizione (abbastanza potente) e la piazzammo su. Mi ricordo che il suono si sentiva perfettamente (a palla) anche da casa mia che stava a quasi un chilometro di distanza. Insomma passammo la mattina a cazzeggiare conl’amplificazione tipo prendere per il culo il papa e provare gli effetti dell’ampli, e prepararci all’evento (vedi locandina) dovevano suonare due band del nostro posto i GAS (hard-core) e i Terror Street & Agony Way (Psychobilly) e in più i Gronge (che erano uno dei gruppi forti della scena romana dell’epoca)… i Gronge diedero la sola, e per anni hanno avuto il nostro disprezzo per questo. Mentre gli altri due gruppi suonarono, venne un bel po’ di gente, tanta anche del quartiere, comunque ci stavano sentendo tutti perchè il volume era, come al solito, al massimo. E infatti arrivarono due macchine dei carabinieri e ne scesero quattro o cinque militari imbracciando il mitra che interruppero il concerto, sequestrarono la videocassetta che riprendeva i musicisti e la loro irruzione e se ne andarono via con le macchine contornate di gente che reclamava (soprattutto adulti che non vedevano bene che i pischelli del quartiere che facevano musica venissero trattati così). Comunque fu una grande giornata, che fu anche di propaganda per il giorno successivo…
Infatti il 14 maggio c’era il corteo dei CSOA di Roma, era un’iniziativa molto importante, indetta dal Coordinamento Cittadino dei Centri Sociali al quale partecipavamo. Una delle cose importanti era che veniva convocato ed organizzato dai CSOA senza passare per la classica convocazione di altre strutture, tipo i Comitati Autonomi Operai o il Coordinamento Nazionale Antinucleare Antimperialista, insomma i CSOA si ponevano come entità politica autonoma e indipendente.
Il corteo era per diffondere a tutti il boicottaggio di chi: industrie, aziende, banche etc. collaborava con i governi razzisti di Israele e Sud-Africa. E il manifesto dell’iniziativa era quello che pensavamo dovesse essere stato anche quello del Coord., una bella immagine dell’Intifada, ne giravano tantissime dato che ogni giorno in tutta la Palestina c’erano scontri con l’esercito israeliano.
Da notare come nel manifesto c’era scritto contro i governi di Israele e SudAfrica, e questo dimostra comunque quale altro tipo di intelligenza e attenzione ci fosse allora… oggi invece ci tocca vedere striscioni con scritto su Turchi assassini o cose simili (sigh!)
Insomma ci fu questo corteo e noi eravamo li con i Centri Sociali di Roma, nomi che poi negli anni successivi fecero parte della nostra storia e delle nostre vite. Il manifesto era firmato da: Coordinamento Centri Sociali Autogestiti di Roma, Centro Sociale Forte Prenestino, Centro Sociale Hai visto Quinto, Centro Sociale Break Out, Centro Sociale Casal Bernocchi, Centro Sociale Torre Maura, Centro Sociale Ipò, Centro Sociale Laurentino (Casale), Centro Sociale Ricomincio dal Faro (vedi il volantino di convocazione).
Poi arriva l’estate ad agosto al casale rimane solo il cane Raya, che ci avevano mollato a tradimento (reggetemelo per un po’ domani vi porto da mangiare per il cane, faccio il macellaio, mai più visto) e che poi ci ha seguito fino ad oggi in tutte le nostre vicissitudini.
Riprendiamo le attività e ci incentriamo soprattutto su una lotta per una diversa gestione dei fondi per la cultura della circoscrizione, che dedicava quasi tutto per finanziare iniziative culturali nel quartiere già straricco dell’EUR e non spendeva una lira in quartieri ghetto come il Laurentino 38. D’estate avevamo tutti boicottato queste iniziative come Euritmia alla quale si doveva pure pagare il biglietto, e mi ricordo che stavamo li ogni volta a sfondare o a litigare con la loro security.
Per questo periodo facemmo delle iniziative con il Centro Sociale di Vitinia, la loro Associazione Culturale “La Gramigna” e la nostra “Tovarisc” (all’epoca era normale avere una Ass. Cult. per fare questa lotta sui fondi che non ci davano, ce l’avevano pure quelli del Forte Prenestino e si chiamava A.C.A.B. che sembrava una sigla tipo Ass. Cult. … ma che in realtà stava per All Cops Are Bastards). Noi sostanzialmente chiedevamo che i fondi venissero usati anche per aprire una biblioteca nel quartiere (vedi locandina), per la quale già raccoglievamo dei libri per farcela da soli, autogestita. Insieme ai compagni di Vitinia facemmo una iniziativa contro il degrado, molto puntata verso l’istituzione (vedi locandina) e la gente del quartiere… soprattutto la serata di ballo liscio di domenica fu una cosa devastante, ci venne un bel po’ di gente, un bel po’ di anziani, ma noi… noi eravamo tutti punk, metallari, combat e così via e quella fu proprio una finzione. Penso che da li capimmo che da allora in poi avremmo fatto solo quello che ci sentivamo e ci piaceva fare, che non avremmo mai più fatto qualcosa per sembrare e che le istituzioni ed i loro soldi potevano andare a farsi fottere. E anche per quanto riguardava il grosso di noi l’Associazione Culturale “Tovarisc” moriva lì, sotto i colpi della mazurka.
Già dall’autunno iniziammo un percorso che ci portò negli anni a seguire più da vicino le vicende dei prigionieri politici in Italia, partecipammo al Comitato per la battaglia di libertà, che era uno dei comitati per la liberazione dei prigionieri, che all’epoca erano ancora tantissimi.
Era successo che ad agosto erano stati arrestati dei compagni del quartiere, parecchio più grandi di noi (una ventina d’anni) con l’accusa di appartenere alle BR Pcc e per approfondire la vicenda dei prigionieri facemmo un’iniziativa sugli anni ’70 e la lotta armata il 26 novembre (vedi locandina), per la prima volta utilizzammo anche il piano di sopra del Casale, per metterci una mostra. Da quello che mi ricordo il dibattito fu molto partecipato e ci fu anche un intervento molto incazzato da parte degli autonomi rispetto all’ambiguità di questi che avevano arrestato ad agosto e che per un periodo, nell’inverno erano venuti al Centro Sociale e poi erano spariti (come tanti altri però).
A dicembre ci fu, tra le altre cose, il corteo e fu grandissimo, per il primo anno di Intifada, noi che stavamo dentro il Coordinamento di Solidarietà della Ovest partecipammo in massa (vedi foto) con strisicioni e tutto il resto.
E per il 1988 è tutto! Se vi sembra poco per un gruppetto di ragazzi di massimo vent’anni che erano impegnati nel Centro Sociale, nel Coordinamento Cittadino dei CSOA, nel Comitato di Solidarietà con l’Intifada di Zona Ovest, nella battaglia per i fondi della cultura, nel comitato per i prigionieri, nei collettivi delle scuole, lo stadio, la musica, il/la ragazzo/a, la scuola e chissà che altro.
Per questo quando parliamo oggi con i pischelli che hanno l’età nostra di allora li prendiamo in giro e gli diciamo cose da antichi tipo: all’età tua piavamo i lacrimogeni in petto, tritavamo i fasci, pogavamo come dannati, ci tuffavamo da non so dove, andavamo in giro in due sul Ciao d’inverno a torso nudo coi capelli bagnati... e altre cazzate del genere.