L38Squat inaugura un ciclo di incontri e laboratori in sala prove e vi invita il 29 Novembre alle 18:00 per condividere il nuovo progetto.
Dalle compilation autoprodotte alle street parade, dai concerti ai rave, dalla radio ai picnic: con la passione per la musica e per l’autogestione abbiamo costruito la fitta rete di relazioni con cui lottiamo e resistiamo.
Abbiamo trasformato sale, angoli, divani, terrazzi, strade, parcheggi, boschi, fabbriche e questa volta vi invitiamo in un posto caro a tutt* noi squatters, una stanza in cui condividere e studiare la musica.
Il nuovo ciclo di attività in sala prove è anche un’occasione per dare un nome a quelle pareti, qualcosa che racconti a tuttx l’amore indelebile per un nostro fratello che non c’è più.
Vi invitiamo il 29 Novembre alle 18:00 al “Beat & Kill” Pirate Studio – l’ultimo posto in cui abbiamo visto suonare il Pomata, il primo in cui ricordare Beat&kill, il dj che manca di più al mondo.
Più che una novità per il Laurentino 38 è una rinnovata battaglia tra politici di diversa bandiera.
I vecchi dicono ai nuovi che i cantieri sono fermi. I nuovi dicono ai vecchi che i lavori vanno avanti nonostante i debiti lasciati dai vecchi.
Di una cosa però possiamo stare sicurx: vecchi e nuovi sono pronti a prendersi i meriti quando e se qualche “opera” verrà conclusa. Sono persino riusciti a cantare vittoria per l’inaugurazione del teatro ad Elsa Morante, che per 10 anni era stato lasciato vuoto.
Il progetto di riqualificazione del quinto e sesto ponte è una lunga scia di speculazione che solo la costante attenzione degli abitanti riesce a smascherare.
Se un cantiere illegale e succhia soldi è stato smantellato, se le perdite di acqua sono state riparate, se i lavori del quinto ponte sono lentamente ripresi e ogni giorno devono dimostrare che qualche piccola cosa succede, è solo merito di chi si attiva, monitora e porta avanti proteste e denunce sociali.
Tutto sembra come sempre ma intorno a noi le cose accadono e peggiorano.
Abbiamo vite sempre più strozzate, un quartiere sempre più spento e il cambio di destinazione d’uso del quinto e sesto ponte per mettere la parola fine alle realtà sociali e alle serrande commerciali ne è un esempio evidente.
Tutto deve scorrere inesorabilmente tra Maximo e Euroma2, i corpi devono essere numeri, le malattie un destino scritto.
La nostra più grande paura è che invece della voglia di riscatto, sia la bruttezza a prevalere nei cuori e nelle menti. Se lo specchio del quartiere è l’immagine tremenda del cane che è stato abbandonato nel garage del sesto ponte, dobbiamo darci uno scrollone prima di sprofondare davvero.
In questi ultimi tempi la politica ha giocato le ennesime carte sporche. Un incendio nel parcheggio adiacente al municipio ha fatto parlare di intimidazioni e minacce ai politici, poco importa che a distanza di poche ore si sia chiarita l’origine.
Le dichiarazioni roboanti su RomaToday hanno solleticato Don Coluccia, il prete pallonaro antispaccio, che non si è fatto mancare una passeggiata per i ponti con la questura al seguito.
Il clima di paura e solitudine va spezzato insieme.
Per non restare in balia degli eventi.
Per pretendere una casa per tutti e tutte, per chi è nelle liste da quando è bambinx e ora vuole costruirsi una vita autonoma da persona adulta, per chi ha o non ha i titoli secondo la burocrazia assassina.
Per resistere insieme allo sgombero del sesto ponte e difendere L38Squat.
I nostri appelli hanno già raggiunto chi abita in città e si organizza lottando.
Dai concerti in strada alle manifestazioni contro la speculazione ed il controllo sociale, dalla solidarietà attiva nei confronti di chi è sotto sfratto alle manifestazioni contro la violenza patriarcale.
Da quando l’ennesimo progetto di speculazione ha messo le mani sopra la vita di chi abita nel quartiere Laurentino 38, abbiamo scelto di non restare in silenzio e di considerare ogni attacco ad una vita desiderabile l’occasione per lottare.
Le minacce di sgombero nei confronti di L38Squat stanno rafforzando le relazioni intorno a noi e ci convincono sempre di più a lasciare il segno in quartiere, a farci innamorare ogni giorno di chi alza la testa in ogni parte del mondo per non far vincere la rassegnazione e la solitudine davanti alla crudeltà e alla violenza dei ricchi e dei politici.
Invitiamo tuttx a raggiungerci, ancora una volta, dove vogliamo restare e resistere.
Venerdì 28 giugno ore 18 appuntamento nel cortile del sesto ponte davanti a L38Squat (lato via Domenico Giuliotti)
Nelle ultime tre settimane Acea è stata sollecitata decine di volte per intervenire sulla perdita d’acqua al sesto ponte.
Dagli uffici dicono di non avere alcuna competenza mentre chi abita al Laurentino 38 sa benissimo che basta fare qualche segnalazione in maniera insistente per farsi raggiungere da una squadra di operai.
Uno spreco d’acqua che sputa in faccia a chi non ha la fortuna di averla.
Una negligenza che ha uno scopo preciso: danneggiare il ponte, portarlo al declino e giustificare così la necessità del progetto di riqualificazione e di un nuovo cantiere per ingrossare le tasche di politici e imprenditori.
Ci prendiamo cura della struttura del sesto ponte da 33 anni, collaborando con le persone che abitano o lavorano nelle serrande del piano inferiore per riparare ogni danno e trovare una soluzione insieme perché l’abbandono da parte di Ater ha costretto tutti a rimboccarsi le maniche.
Da quando, una mattina a caso, senza alcun preavviso né alternativa abitativa, le forze dell’ordine e gli operai Ater hanno sgomberato e distrutto le case costruite nelle serrande, per noi è impossibile intervenire in maniera efficace e risolvere i problemi che riguardano la struttura del ponte nel piano inferiore al Centro Sociale.
Abbiamo visto la stessa operazione avvenire a specchio al quinto ponte. Il pericolo crolli, le perdite d’acqua, i topi e le macerie ovunque sono state sempre denunciate dalle abitanti del ponte davanti a noi. Conosciamo bene le parole trionfanti dei politici quando possono chiacchierare con RomaToday di riqualificazione omettendo che tutto degenera grazie a loro.
Se un cantiere illegale e pericoloso è stato smantellato per far posto a uno nuovo, è solo grazie alla tenacia e all’intelligenza di chi non accettava di vedere sotto i propri occhi la sciatteria, l’ingordigia e la sfrontatezza delle istituzioni che pensavano di poter mettere a repentaglio la salute collettiva e camminare sulle nostre teste nel silenzio generale.
Al sesto ponte sono in corso dei lavori autogestiti per riparare il tetto e prepararlo alla prossima istallazione di pannelli solari. Il progetto di autonomia energetica e riduzione degli sprechi ha ormai preso il via con il supporto di numerose realtà.
Abbiamo però bisogno che la struttura del ponte venga difesa dalla speculazione.
Vi alleghiamo le foto di come gli operai Ater hanno ridotto il piano inferiore del sesto ponte per impedire a chiunque di abitarci.
Vi chiediamo di chiamare Acea come già stanno facendo decine di abitanti del quartiere e ottenere insieme la riparazione della perdita del sesto ponte.
800 130 335 segnalazione guasti Acea
Chiunque ne abbia voglia può spammare il testo qui sopra ai diretti responsabili:
È trascorso qualche giorno dallo scorso finesettimana, tre giornate stupende passate a conoscere e a riconoscere tutte le persone che hanno scelto di partecipare all’autogestione di L38Squat. Tre giornate che ci hanno dato la giusta energia, sia per affrontare i momenti difficili, sia per immaginare insieme la resistenza dell’occupazione del sesto ponte.
Sappiamo che non si ringrazia nessunx quando non si è proprietari né ospiti, quando si è parte di qualcosa di grande composto dalla somma di tante differenze. Come assemblea che si autorganizza nello squat ci teniamo comunque a mandare un forte abbraccio a chi nello scorso finesettimana ci ha messo cura, solidarietà, attenzione, responsabilità e affetto.
Siamo prontx ai prossimi 33 anni di occupazione, siamo prontx a lottare fianco a fianco.
Nel salutarvi rivolgiamo l’appello a partecipare all’assemblea nazionale che si svolgerà il 20 aprile a L38Squat, al fianco delle persone immigrate che si autorganizzano contro il razzismo e la violenza di stato.
Riceviamo e diffondiamo un comunicato da parte del csoat Auro e Marco, compagnx di lunga data, vicinx di quartiere e di lotte:
Con quale faccia, con che coraggio vi presentate alla porta del Laurentino?
Giù le mani dal Sesto Ponte del Laurentino 38!
Alcunx di noi l’hanno visto nascere e ne avrebbero di storie da raccontare…
Quel Laurentino Occupato dove andavamo la sera, prima ancora di occupare Auro e Marco, era l’unico spazio di socialità vera nelle nostre borgate.
Una socialità fatta di sogni e speranze di stravolgere l’esistente che ci stava stretto.
Uscivano i primi computer e condividevamo le connessioni, c’era l’hack lab, i cortei internazionali, le comitive fin sotto al Luna Park dell’Eur e le mille corse generose per dare una mano a chi stava messx peggio di noi.
C’era tanto altro ancora che non riusciamo a far entrare in poche righe di comunicato senza rischiare di cadere nella nostalgia e nella retorica: il Laurentino è stato ed è una parte troppo grande delle nostre vite.
Abbiamo diviso la strada e le lotte insieme a voi e continueremo a farlo! Continuerà ad unirci quello che ci ha sempre portato a sceglierci a vicenda: l’amore per le nostre borgate, di cui conosciamo ogni sasso, ogni angolo con la storia che si porta appresso, e la consapevolezza che la gente che vive nei nostri quartieri una voce ce l’ha e non ha bisogno di essere salvata da nessunx.
Il Laurentino per noi sono anche e soprattutto le compagne che negli anni hanno preso sempre un posizionamento molto chiaro nella lotta femminista e transfemminista, mettendo all’angolo ogni atteggiamento machista e le forme più subdole con cui quella violenza viene fuori nei nostri contesti.
Grazie per tutti i calci in culo dati ai maschi violenti che vi è toccato incrociare. Ci piace pensare di averli tirati insieme a voi!
Chi pensa di venirvi a bussare recapitando letterine di sgombero sottovaluta la potenza dei legami che avete costruito in questi 33 anni.
Non sa che ci troverà ancora una volta in prima fila insieme a voi, gomito a gomito, a difendere questa lunga storia d’amore e di lotta.