Vi salutiamo invitandovi ancora al Laurentino 38

È trascorso qualche giorno dallo scorso finesettimana, tre giornate stupende passate a conoscere e a riconoscere tutte le persone che hanno scelto di partecipare all’autogestione di L38Squat.
Tre giornate che ci hanno dato la giusta energia, sia per affrontare i momenti difficili, sia per immaginare insieme la resistenza dell’occupazione del sesto ponte.

Sappiamo che non si ringrazia nessunx quando non si è proprietari né ospiti, quando si è parte di qualcosa di grande composto dalla somma di tante differenze. Come assemblea che si autorganizza nello squat ci teniamo comunque a mandare un forte abbraccio a chi nello scorso finesettimana ci ha messo cura, solidarietà, attenzione, responsabilità e affetto.

Siamo prontx ai prossimi 33 anni di occupazione,  siamo prontx a lottare fianco a fianco.

Nel salutarvi rivolgiamo l’appello a partecipare all’assemblea nazionale che si svolgerà il 20 aprile a L38Squat, al fianco delle persone immigrate che si autorganizzano contro il razzismo e la violenza di stato.

Giù le mani dal sesto ponte del Laurentino 38 – Comunicato di Solidarietà dal CSOAT Auro e Marco di Spinaceto

Riceviamo e diffondiamo un comunicato da parte del csoat Auro e Marco, compagnx di lunga data, vicinx di quartiere e di lotte:

Con quale faccia, con che coraggio vi presentate alla porta del Laurentino?
Giù le mani dal Sesto Ponte del Laurentino 38!

Alcunx di noi l’hanno visto nascere e ne avrebbero di storie da raccontare…
Quel Laurentino Occupato dove andavamo la sera, prima ancora di occupare Auro e Marco, era l’unico spazio di socialità vera nelle nostre borgate.
Una socialità fatta di sogni e speranze di stravolgere l’esistente che ci stava stretto.
Uscivano i primi computer e condividevamo le connessioni, c’era l’hack lab, i cortei internazionali, le comitive fin sotto al Luna Park dell’Eur e le mille corse generose per dare una mano a chi stava messx peggio di noi.
C’era tanto altro ancora che non riusciamo a far entrare in poche righe di comunicato senza rischiare di cadere nella nostalgia e nella retorica: il Laurentino è stato ed è una parte troppo grande delle nostre vite.

Abbiamo diviso la strada e le lotte insieme a voi e continueremo a farlo! Continuerà ad unirci quello che ci ha sempre portato a sceglierci a vicenda: l’amore per le nostre borgate, di cui conosciamo ogni sasso, ogni angolo con la storia che si porta appresso, e la consapevolezza che la gente che vive nei nostri quartieri una voce ce l’ha e non ha bisogno di essere salvata da nessunx.

Il Laurentino per noi sono anche e soprattutto le compagne che negli anni hanno preso sempre un posizionamento molto chiaro nella lotta femminista e transfemminista, mettendo all’angolo ogni atteggiamento machista e le forme più subdole con cui quella violenza viene fuori nei nostri contesti.
Grazie per tutti i calci in culo dati ai maschi violenti che vi è toccato incrociare. Ci piace pensare di averli tirati insieme a voi!

Chi pensa di venirvi a bussare recapitando letterine di sgombero sottovaluta la potenza dei legami che avete costruito in questi 33 anni.
Non sa che ci troverà ancora una volta in prima fila insieme a voi, gomito a gomito, a difendere questa lunga storia d’amore e di lotta.

Messaggi di solidarietà contro lo sgombero di L38Squat al Laurentino 38

In questi giorni continuano ad arrivarci innumerevoli messaggi di solidarietà contro lo sgombero dello Squat del Laurentino 38. Ve ne lasciamo alcuni qui di seguito e vi invitiamo a scriverne altri e a condividerli dai vostri canali.


Arsenica Pole Dance:


Cagne Sciolte:

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Campagne in Lotta:
Vogliono sgomberare L38Squat! Non lo permetteremo mai!

Abbiamo conosciuto L38Squat e le persone che lo abitano diversi anni fa e ci siamo sentiti subito a casa. In quegli spazi abbiamo potuto incontrare e confrontarci con compagn, singoli e realtà che come noi cercavano e praticavano altre forme di esistenza e socialità.

Le nostre lotte contro le frontiere, lo sfruttamento lavorativo e i campi di contenimento hanno trovato subito spazio e sostegno nello Squat, che già da anni veniva attraversato da tutte quelle persone che hanno dovuto lasciare luoghi cari e affetti ben oltre il raccordo.

Qui abbiamo trovato un luogo di supporto e socialità, che oggi per noi è un punto di riferimento, in cui troveremo sempre complicità e sostegno.

Per noi questo è il risultato più grande e potente che si possa raggiungere, rendere un posto attraversabile da tutt, in particolare da coloro che generalmente vengono marginalizzati o ignorati.

Grazie L38 per dimostrare ogni giorno, da oltre trent’anni, che un altro mondo, altre relazioni e la felicità sono possibili.

Guai a chi tocca lo Squat, non lo permetteremo mai davvero!

Sesto Ponte – Laurentino 38

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Collettivo “No Porto” del “Bilancione” di Fiumicino:

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Collettivo Vivo:
siamo lə studentə del liceo francesco vivona (di cui una delle sedi é situata nei pressi dello squat) e parliamo a nome del nostro collettivo.

come giovani studentə, a L38 squat abbiamo trovato uno spazio che raramente la città ci offre, specialmente nelle periferie, in cui poter crescere, proporre iniziative e far sentire la nostra voce.

Grazie allo squat ci è stato dimostrato quanto un’alternativa basata sul rispetto, l’autogestione e l’aiuto reciproco sia possibile e necessaria.

abbiamo visto con i nostri occhi la forza di chi è riuscito a trasformare un luogo dimenticato in uno spazio di aggregazione e lotta per il quartiere. per noi rappresenta un punto di riferimento, un luogo in cui sentirsi individui liberə di esprimerci senza essere vincolatə da rapporti di potere verticali.

Siamo unitə in questa lotta, e difenderemo questa realtà, simile a molte altre del territorio, essenziale per chi ci abita e per chi la vive.

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Gimnasio Autónomo Popular “Barrio Bravo”:

Como Gimnasio Autónomo Popular “Barrio Bravo”, junto con solidarixs internacionalistas presentes en el barrio, expresamos nuestra complicidad y apoyo total a la okupa L38 Squat de Roma, bajo amenaza de desalojo. Nosotrxs desde la periferia de una ciudad de Chiapas, a su vez periferia de México, sabemos perfectamente que significa trabajar en una zona de marginación siendo una de las pocas alternativas posible (autogestiva) ante el abandono del Estado. Razón por la cual mandamos este abrazo solidario, fuerte y combativo desde nuestro gimnasio, desde nuestra lucha barrial a la lucha barrial de L38 Squat: resistan compas, un sueño colectivo jamás se desaloja

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Nodo solidale:
Giù le mani dal L38 Squat!

L38 squat è un centro sociale occupato attivo da ben 33 anni e situato nel quartiere popolare Laurentino 38 a Roma. Oltre all’importanza del lavoro politico (antifascista, antirazzista e antisessista) che il collettivo dello squat in queste tre decadi continua a svolgere nel quartiere e nella città, questo spazio per noi tutt* del Nodo Solidale rappresenta un pezzo fondamentale della nostra storia.

Ormai quasi vent’anni fa da un nucleo di militanti interni a questo squat è partita l’idea e il lavoro per creare un collettivo internazionalista solidale con le lotte del Messico dal basso. Proprio qui il Nodo Solidale ha mosso i primi passi, le prime traduzioni di testi, le iniziative sulla comune di Oaxaca, i primi eventi di autofinanziamento. Nel L38Squat è iniziata la meraviglia della complicità che ha portato il Nodo a crescere fino a diventare un collettivo che ormai trova la sua casa in moltissimi luoghi ribelli sia in Messico che in Italia.

Lo zapatismo è sempre stato in questo luogo liberato un’ispirazione come altri movimenti di liberazione, specialmente quelli di Palestina e Kurdistan. Proprio al Laurentino Okkupato (come lo chiama ancora la vecchia guardia) abbiamo vissuto uno dei momenti più emozionanti della nostra storia politica celebrando el “dia de muertos” assieme a due delegazioni zapatiste nel 2021. Momento nel quale abbiamo raccontato loro con commozione di Carlo, Teresa, Gianfranco, Renato e di tutte le nostre meravigliose anime ribelli che saranno sempre con noi.

Oggi purtroppo e da diverso tempo l’L38 Squat è sotto sgombero in nome di una falsa e ipocrita riqualificazione del quartiere. In nome della speculazione si attacca una delle pochissime realtà che nel territorio ha lavorato a fianco di chi lo abita costruendo dignità attraverso la resistenza popolare e dal basso, creando un mondo di relazioni umane assolutamente contrario alle logiche del potere depredatorio che converte le periferie in territorio di conquista.

Noi, come tanti altri collettivi e individualità, a Roma come sparsi nel mondo, non lasceremo sola la ciurma del L38Squat, perché i sogni collettivi non si possono sgomberare.

Giù le mani dall’L38 Squat!

Nodo solidale (Italia-Messico)

Sesto Ponte – Laurentino 38 🖤🔥

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Ragazzacce:
La gestione degli spazi nella città di Roma è una questione da anni al centro del dibattito sociale e politico. Abbiamo conosciuto negli anni varie realtà che lottano per il diritto all’abitare, diritto ad avere una casa e diritto a potersi autodeterminare, come individui, come collettività familiare o come conformazione sociale. Gli spazi pubblici sono oggetto di speculazione e abbondono, rendendo evidente il distacco tra le istituzioni e gli abitanti della città, che si prendono cura di quegli spazi e che invece di essere ringraziati vengono avversati in tutti modi.

Dai tanti studi e progetti, anche para-istituzionali, come quelli del Prof. di urbanistica dell’Università di Roma, Cellamare, e dall’esperienza delle tante realtà associative locali emerge una Roma abbandonata dalle istituzioni che invece di valorizzare forme di cura tra la cittadinanza (intesa quale conformazione di individui che vivono un luogo a prescindere dallo status di cittadino) si chiude dietro a intimazioni di sfratto, creando un sistema che finanzia quella stessa “illegalità” che si vuole, a parole, combattere.
Una Roma, al tempo stesso, ricca di passione, colore e cura da parte di tante e tanti che cercano, a proprio modo, con i loro soli mezzi, di creare spazi di condivisione, arte, riflessione, protezione, luoghi di cura, dove poter fare contro cultura. Insomma, luoghi indispensabili.

Recentemente abbiamo assistito allo sfratto delle donne del V Ponte a Laurentino, definite “occupanti”. In realtà donne, lavoratrici, madri che rivendicano il diritto ad avere una casa e condizioni di vita quantomeno dignitose e che per questo si sono attivate, censendosi e chiedendo in più occasioni un incontro con le istituzioni. Il silenzio, lo sfratto, il non sapere dove vivere. Queste le risposte. Nel frattempo, il cantiere fermo, case abbandonate, e recentemente un incendio, pericoloso, proprio sotto quelle case vuote, causato probabilmente dall’incuria della ditta dei lavori che ha lasciato rifiuti e materiali pericolosi all’aria aperta.

Questa è una delle tante storie, storie che da anni vengono ascoltate dalle amiche e amici del L38 Squat, un luogo di incontro e solidarietà, una collettività che è accanto a quelle donne e che negli anni ha dato ospitalità a tant*. Un luogo politico, che accoglie senza discriminare e che negli anni si è fatto carico di oneri pesanti. Uno spazio che ha colorato gli spazi vuoti di un un quartiere di periferia.

Noi l’abbiamo attraversato questo spazio e ci siamo sentit accolt, sicur, abbracciat.

Questa è la realtà che vogliono sgomberare e sarebbe proprio una grande perdita per il quartiere e per la stessa città di Roma.

Esprimiamo la nostra solidarietà al L38 Squat e a tutti gli spazi virtuosi in questa nostra Roma che rischiano di essere spazzati via da politiche miopi e ignoranti, non curanti del valore che questi spazi, intesi come collettività, hanno.

Questo non deve succedere. Accanto a L38 Squat per una Roma diversa.

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Striscione di solidarietà contro lo sgombero di L38Squat fuori all’Università “La Sapienza” di Roma:

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Zerocalcare:

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Guai a chi ci tocca

Oggi abbiamo interrotto un incontro sulla costruzione di comunità energetiche organizzato dal Comune di Roma e dal IX Municipio a Spinaceto.

L’intervento è stato molto breve e ha raccontato, allx abitanti di diversi quartieri lì presenti, il progetto di autonomia energetica che stiamo costruendo da un anno, con il contributo di ingegnerx e architettx che con noi condividono un’etica.

Questa interruzione è stata l’occasione per far sapere a tuttx che lo stesso municipio che si riempie la bocca con parole come “comunità” e “solidarietà” manda ogni giorno i vigili urbani per notificarci lo sgombero e che continueremo a resistere mettendo in campo le nostre iniziative autonomamente.

Il nostro intervento si è concluso accusando il Comune e Municipio di aver lasciato in strada le donne del quinto ponte, alcune delle quali ospitate ad oggi da noi di l38 squat.

La scelta di cancellare l’appuntamento istituzionale nella sala consiliare del IX Municipio,che avrebbe dovuto tenersi venerdì scorso, non ci impedirà di andarli a disturbare ovunque vorremo.

L38 squat

Guai a chi ci tocca

L38Squat è sotto sgombero – Qualche chiarimento e un appello

englishespanol

Agli/alle abitanti del Laurentino 38
Alle persone che abbiamo conosciuto nelle lotte
A chi è venutx da tutto il mondo ad incontrarci

L38Squat è sotto sgombero
Qualche chiarimento e un appello

In questi giorni i vigili urbani sono alla ricerca del Sig. Responsabile del centro sociale, noto personaggio che da 33 anni occupa il sesto ponte del Laurentino 38, si prende cura della struttura abbandonata da ATER facendo continue manutenzioni, si aggira per il quartiere e per la città costruendo relazioni solidali e solo soletto organizza iniziative nello squat.

Il IX municipio, che si dice all’oscuro di qualsiasi cosa avviene in quartiere ai danni di chi ci abita, manda in giro i propri postini a burocratizzare la procedura di sgombero per conto di ATER e Regione.
Abbiamo visto con i nostri occhi quanto accaduto a specchio al V ponte e sappiamo che solo grazie alla tenacia del comitato degli occupanti, che ha monitorato e denunciato le gravi responsabilità delle istituzioni, si è evitato il peggio. Il cantiere, da cui il municipio ricava 330mila euro annui per l’occupazione di suolo pubblico, è un ricettacolo di irregolarità: dagli operai a lavoro senza protezioni che venivano usati come buttafuori di famiglie occupanti armati di spranghe, allo smaltimento del ferro appaltato a famiglie che lo fanno nell’extralegalità, dal pericolo crolli con persone costrette a vivere tra le macerie e le perdite d’acqua, all’incendio di pochi giorni fa tra bombole del gas, materiali da cantiere e mobilio abbandonati dalla ditta.

Il risultato di un progetto di riqualificazione imposto per far girare i soldi nelle tasche dei soliti è che alcune famiglie sono in alloggi provvisori, con contratti in scadenza e multe da pagare, e altre hanno dovuto occupare alloggi e serrande o venire ad abitare con noi nel VI ponte con figli e animali perché noi non lasciamo nessunx per strada.

Ora però chiariamo un paio di cose alla controparte.
Da sempre ci battiamo per far ottenere una vera e propria casa a chi ne ha bisogno. La partita non è chiusa, vogliamo che saltino subito fuori le case per chi avete buttato per strada.
L38Squat non ha padroni e non ci chiamiamo “famiglia”. Abbiamo costruito relazioni impensabili per qualsiasi uomo di potere o semplice burocrate, qui non troverete mai un Sig. Responsabile, qui non abbiamo capi famiglia, qui non ci sono nuclei né categorie, qui non ha dimora tutto quello che ci fa schifo della società atomizzata e violenta che avete costruito lì fuori.
Avete abbandonato la cubatura dell’intero ponte 33 anni fa, con il nostro tempo e i nostri sforzi diamo spazio ai desideri di tuttx e non vi abbiamo mai chiesto nulla. Non ve dovete accolla’, rispondete piuttosto alle richieste che vi arrivano da altri quartieri popolari dove avete lasciato i cantieri abbandonati, con palazzine intere da ricostruire.

Siamo orgogliosx di essere sotto attacco. Con un genocidio in corso della popolazione palestinese, con le guerre che continuate ad armare, con la violenza della polizia nei confronti di giovani che abitano nelle periferie o che lottano nelle scuole, con una società continuamente sollecitata a praticare sopraffazione e brutalità, con i continui omicidi di stato nelle galere e nei centri di espulsione, siamo felici di essere dalla parte opposta a voi. Sarebbe stato peggio vivere in pace, sentirci comodi tra le vostre infamie.

Facciamo appello ai collettivi studenteschi che frequentano lo squat, alle persone del quartiere, alle realtà femministe e transfemministe con cui siamo cresciutx, ai compagni e alle compagne con cui ci organizziamo da sempre e a chi è sparsx nel mondo ad aggiungersi alla ciurma.
Venite con proposte e spirito alto a frequentare l’occupazione e a viverci ogni giorno.

L38Squat
33 anni di autogestione
33 anni di occupazione
33 anni senza stato

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English version below

To the inhabitants of Laurentino38
To the people we met in the struggles
To those who have come from all over the world to meet us

L38Squat is under eviction
Some clarifications and an appeal

These days the traffic police are looking for Mr. Manager of the social centre, a well-known figure who has occupied the sixth bridge of Laurentino 38 for 33 years, takes care of the structure abandoned by ATER (Territorial Company for Residential Contructions), by carrying out continuous maintenance, wanders around the neighborhood and the city, builds supportive relationships and alone organizes initiatives in the squat.
The IX municipality, which claims to be unaware of anything that happens in the neighborhood to the detriment of those who live there, sends its postmen around to bureaucratize the eviction procedure on behalf of ATER and the Region.

We saw with our own eyes what happened on the fifth bridge and we know that only thanks to the tenacity of the occupiers’ committee, which monitored and denounced the serious responsibilities of the institutions, the worst was avoided. The construction site, from which the municipality earns 330.000 euros per year for the occupation of public land, is a repository of irregularities: from workers working in absence of any safety and protection, who previously have been recruited as bouncers of occupying families armed with bars, to the disposal of iron contracted to families who do it extralegally, from the danger of collapses, people are forced to live among the rubble and water leaks, to the fire a few days ago among gas cylinders, construction materials and furniture abandoned by the company.

The result of a redevelopment project imposed to make money flow into the pockets of the usual people, is that some families are in temporary accommodation, with expiring contracts and fines to pay, and others have had to occupy accommodation and shutters or come to live with us in the VI bridge (L38Squat) with their children and animals…
because we don’t leave anyone on the street.

Now, however, let’s clarify a couple of things for the counterpart
We have always fought to ensure that those in need get a real home. The game is not over, we want the houses to be available immediately for those you have thrown onto the street.
L38Squat has no masters and we don’t call ourselves “family”. We have built relationships unthinkable for any man of power or simple bureaucrat, here you will never find a “Mr. or Mrs Responsible”, here we have no heads of families, here there are any deployment or categories; here, you will not find anything that disgusts us about the violente and atomized society you have built out there.

You abandoned the cubic capacity of the entire bridge 33 years ago, with our time and efforts we give space to everyone’s wishes and we have never asked you for anything. You don’t have to take on the burden, rather respond to the requests that come to you from other working-class neighborhoods where you have left abandoned construction sites, with entire buildings to be rebuilt again.

We are proud to be under attack. With an ongoing genocide of the Palestinian population, with the wars that you continue to arm, with police violence against young people who live in the suburbs or who fight in schools, with a society continually urged to practice oppression and brutality, with the continuous state murders in prisons and deportation centers, we are happy to be on the opposite side of you. It would have been worse to live in peace, to feel comfortable among your infamies.

We appeal to the student collectives who frequent the squat, to the people in the neighborhood, to the feminist and transfeminist realities we grew up with, to the comrades we have always joined and to those who are scattered in the world, to join the crew.
Come with proposals and high spirit to join the squat and live there every day.

L38Squat
33 years of self-management
33 years of occupation
33 years without state

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Versión en español a seguir

A los habitantes de nuestro barrio Laurentino38
A las personas que encontramos en las luchas
A lxs que vinieron de todo el mundo a nuestra okupa L38Squat

L38Squat está en bajo amenaza de desalojo
Algunas aclaraciones y un llamamiento

En estos días la policía municipal está buscando al Sr. Responsable del centro social, al parecer un personaje conocido que lleva 33 años ocupando el 6º Puente del barrio Laurentino 38, que cuida de la estructura abandonada por ATER (instituto estatal para la vivienda popular) haciendo un mantenimiento continuo, deambula por el barrio y la ciudad construyendo relaciones solidarias y organiza en solitario iniciativas en la okupación.

El Municipio IX (es decir la jurisdicción local del Ayuntamiento de Roma), que dice no estar al tanto de lo que ocurre en el barrio en perjuicio de los que allí vivimos, envía a sus carteros a burocratizar el procedimiento de desalojo en nombre de ATER y de la Región.

Vimos con nuestros propios ojos lo que ocurrió en el 5º Puente, recién desalojado, y sabemos que sólo gracias a la terquedad de la Comisión de Ocupantes, que vigiló y denunció las graves responsabilidades de las instituciones, se evitó lo peor. La obra, gracias a la cual el ayuntamiento ingresa 330,000 euros al año por el uso de suelo, es un receptáculo de irregularidades: por ejemplo los obreros que trabajan sin protección alguna y que fueron utilizados como mercenarios armados de barras para desalojar a las familias ocupantes; la eliminación de los escombros sub-contratando a familias que lo hacen al margen de la ley, con el peligro de derrumbe con personas obligadas a vivir entre los escombros y las filtraciones de agua; en fin el incendio de hace unos días entre tanques de gas, materiales de construcción y muebles abandonados por la empresa, con altísimo riesgo de una tragedia.

El resultado de un proyecto de re-urbanización impuesto desde arriba para poner dinero en los bolsillos de los de siempre es que varias familias están en alojamientos temporales, con contratos que expiran y multas que pagar, y otras han tenido que ocupar viviendas y locales o venirse a vivir con nosotrxs al 6º Puente con sus hijos y mascotas porque nosotrxs no dejamos a nadie en la calle.

Sin embargo, aclaremos ahora un par de cosas para la otra parte.

Siempre hemos luchado para que los necesitados tengan un verdadero hogar. La lucha no ha terminado, exigimos que entreguen ahora las viviendas para los que ustedes mismos han echado a la calle.

En cambio L38Squat no tiene propietarios y no nos llamamos “familia”. Hemos construido relaciones impensables para cualquier hombre de poder o simple burócrata, aquí nunca encontrarán un Sr. Responsable, aquí no tenemos “jefes de familia”, aquí no hay núcleos familiares por censar, ni categorías, aquí no hay lugar para todo lo que nos enferma de la sociedad atomizada y violenta que ustedes han construido allí fuera.

Hace 33 años que ustedes abandonaron toda la estructura del 6º Puente, con nuestro tiempo y esfuerzo hemos dado cabida a los deseos y sueños de todxs y nunca les hemos pedido nada. No tienen nada que hacer acá, más bien respondan a las peticiones que les llegan de otros barrios obreros que también han dejado abandonados, con edificios enteros por remodelar.

Estamos orgullosos de estar bajo el ataque de ustedes. Con el genocidio continuo de la población palestina, con las guerras que ustedes siguen armando, con la violencia policial contra lxs jóvenes que viven en los suburbios o lxs luchan en las escuelas, con una sociedad continuamente instada a practicar la opresión y la brutalidad, con los constantes asesinatos del Estado en las cárceles y los centros de deportación, nos alegramos de estar en el lado opuesto al de ustedes. Habría sido peor vivir en paz, sentirnos cómodos en medio de su infamia.

Hacemos un llamado a los colectivos estudiantiles que frecuentan la okupa, a la gente del barrio, a las realidades feministas y transfeministas con las que crecimos, a las compañeras con las que siempre nos hemos organizado y a las amigxs nómadas del mundo para que se sumen a esta lucha.

Vengan con propuestas y ánimo fuerte para estar en la okupa y vivirla activamente cada día.

L38Squat
33 años de autogestión
33 años de okupación
33 años sin Estado

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Terminati i lavori nel cortile del sesto ponte

Terminati i lavori nel cortile del sesto ponte

Due pomeriggi di musica e birrette ci hanno permesso di sistemare il cortile in diversi punti, in compagnia di amicx e compagnx che sono venuti a trovarci per passare un po’ di tempo insieme.

Si tratta della normalità,  di come ci prendiamo cura degli spazi da decenni,  di come abbiamo sempre spiegato a chi abita con noi il sesto ponte che non vogliamo alcuna delega, vogliamo farlo insieme e siamo sempre disponibili.

Perché lo raccontiamo?
Perché i politici odiano i poveri e fomentano solo retate, sgomberi e progetti di speculazione. Azioni che non lasciano niente al quartiere.
Ne è dimostrazione lo sgombero avvenuto giovedì al V ponte: nessun cantiere in funzione, 3 donne con figli e animali sbattute in strada,  2 donne lasciate tra le macerie. Tutta questa fretta di fare un’operazione muscolare al Laurentino 38 è il frutto marcio della politica che mette le nostre vite nelle mani della Procura, prospettando solo polizia e sofferenza.

Andiamo avanti uniti e unite, non devono schiacciare le nostre vite.

Il giorno dopo è un giorno ancora senza case per tutte e tutti

Il giorno dopo è un giorno ancora senza case per tutte e tutti

Mentre la popolazione del quartiere è impegnata a sostenere materialmente e umanamente chi da ieri è senza casa e a cercare di capire come andare avanti nelle battaglie per ottenere un tetto per tutte, arrivano le dichiarazioni dei partiti politici che governano il quartiere.

Non si tratta di mani tese, di tristezza per l’accaduto,  di sgomento per l’epilogo. Si tratta di dichiarazioni che RomaToday ha richiesto per “condannare in maniera unanime” ciò che Alberto Voci ha scelto di inventare.

Il quotidiano online parla di un’aggressione ai danni del signor Voci e di tutta la famiglia, grida nel suo condominio con portone danneggiato,  da attribuire a chi ieri manifestava davanti al municipio,  ovvero a noi di L38Squat e di tutte le persone sopraggiunte dal resto della città.

Tutto il quartiere è cosciente che l’VIII ponte è un caso particolare di cura del territorio: illuminazioni, parchetto giochi, pulizia costante e una casa che svetta perché ha due piani con un attico – ricavato da spazi condominiali venduti da Ater – eternamente illuminato. Un caso unico al Laurentino 38.

Ogni volta che nel quartiere arrivano architetti, documentaristi, reporter e ricercatori che vogliono raccontare il quartiere, passeggiamo dal I all’VIII ponte e chiunque resta a bocca aperta dal contrasto di immagini tra l’abbandono e qualcosa che si può chiamare condominio funzionante e abitabile.

Abbiamo sempre rivendicato apertamente ciò che pensiamo e ciò che facciamo e, per il bene della collettività che ama il quartiere, vogliamo essere ulteriormente chiari questa volta:

– Sì,  Alberto Voci ha chiuso le porte in faccia a chi abita in quartiere e chiedeva collaborazione “da parte di uno di noi” per evitare che qualcuno finisse per strada a causa del progetto di rigenerazione,  riqualificazione o come preferiscono chiamarla. Sì, più volte ha annunciato informalmente lo sgombero del nostro spazio occupato. Sì, crediamo che sia ingiusto favorire qualcuno e ignorare altri. Sì, sappiamo che la politica è così e per questo ne restiamo alla larga.

– Ieri sera, dopo le porte chiuse da parte del municipio,  tante persone hanno passeggiato in quartiere, sono arrivate all’VIII ponte e hanno visto con i propri occhi quello che si racconta da tempo. Tra risate e scherzi nessuna famiglia è stata insultata, né aggredita, si è detto ai vicini di casa che ridevano in finestra che erano state buttate in strada delle persone del V ponte e che le responsabilità politiche erano anche di chi abitava lì, col bel terrazzo illuminato, ovvero di chi spinge per il progetto di sgombero dagli uffici della regione pur essendo una persona del quartiere, uno che stava nelle assemblee e che si è sistemato facendo politica.

Nessun portone è stato rotto e nessuna incursione o minaccia è stata fatta nel condominio,  abitato da persone che ridevano e simpatizzavano. Purtroppo per chi inventa cazzate c’è anche un video col portone lindo e pinto, registrato il minuto dopo la pubblicazione dell’articolo di RomaToday.

– Il quartiere è pieno di persone che si attivano e ragionano con la propria testa.

Pur non conoscendo le ragioni apprezziamo che, il giorno dopo uno sgombero che ha lasciato le persone in strada, sia stato annullato un evento che vedeva la partecipazione della presidente municipale e che per un giorno chi governa il quartiere non può dar fiato alla bocca e farsi i selfie.

– Le menzogne che abbiamo letto oggi e la retata di ieri nel nostro cortile sono la ciliegina sulla torta, il clima perfetto che vuole portare al nostro sgombero e a dimenticare chi da ieri vive senza un tetto.

Dallo sgombero di ieri mattina c’è un impegno serio di cui farsi carico e vi chiediamo di esserci: non dobbiamo lasciare sole le donne buttate in strada.

Sappiamo che i problemi della vita ci fanno sentire molto spesso sole, con poche energie da mettere in campo e tanta sfiducia ma nel nostro piccolo ci stiamo provando a vivere meglio insieme e a respingere i soprusi.

Giorno per giorno faremo un quartiere migliore, la solidarietà c’è, siamo già a un buon punto.

È il nostro cortile, non una caserma

È il nostro cortile, non una caserma

Al sesto ponte il controllo costante della polizia in questi giorni ha assunto proporzioni grottesche.

Che effetti positivi potrebbe vantare la militarizzazione totale con incursioni di 40/50 guardie se viviamo già un quotidiano viavai di volanti, perquisizioni corporali e interrogatori informali di guardie in borghese?

Ogni giorno un teatro.
Ogni giorno sotto gli occhi di tutti.
Cosa vogliono insegnare?

Lo squat è occupato da 33 anni e non ha padroni. I signori di Ater si devono mettere l’anima in pace, la cubatura del sesto ponte non è la loro. L’hanno abbandonata e resta in vita da decenni solo grazie all’autogestione: il sesto ponte non sarà l’ennesimo fallimento delle politiche abitative dello stato.

Sguinzagliare decine di poliziotti, creare un clima di guerra e paura che impedisce di affrontare i profondi problemi tra chi abita in quartiere, trasformare il nostro cortile nel piazzale di una caserma ha il solo scopo di creare il deserto.

Non accetteremo in silenzio le continue provocazioni e le minacce.  L’abbiamo già dimostrato: se il Laurentino chiama, la città risponde.
Questo clima soffocante deve finire.

Abbiamo il cuore schiacciato dall’orrore dei bombardamenti a Gaza

In questi giorni abbiamo il cuore schiacciato dall’orrore dei bombardamenti a Gaza sulla popolazione palestinese.

Da quella terra sono decine le persone venute a conoscerci in 32 anni di autogestione a L38Squat, decine le volte che siamo andatx in Palestina per portare solidarietà.

La difesa dello squat, la mobilitazione al fianco di chi vive in quartiere, in queste ore assume un carico maggiore di responsabilità: può sembrare retorico ma, parafrasando un pensiero di Vittorio Arrigoni, l’oppressione va respinta a partire da quello che avviene sotto casa nostra e, non a caso, ad attaccare le nostre vite sono gli stessi politici e la stessa sete di potere e denaro.

Chiediamo a tuttx di unirsi a noi venerdì 27 ottobre, liberare il proprio tempo per partecipare alla street parade che partirà alle 18.30 dal primo ponte del quartiere Laurentino 38.

Qui sotto l’appello alla partecipazione e quello del carro contro la violenza maschile sulle donne che aprirà l’appuntamento in strada.

LA PAROLA SULLE NOSTRE VITE SPETTA A NOI

IL GRIDO DELLE PERIFERIE PRENDE FORZA IN STRADA

Il grido delle periferie prende forza in strada – 27 Ottobre 2023 Street Parade al Laurentino 38

APRIAMO LA STREET PARADE

“IL GRIDO DELLE PERIFERIE PRENDE FORZA IN STRADA”

CON UN CARRO CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE

Apriamo la street parade con un carro contro la violenza maschile sulle donne!

L38SQUAT – sesto ponte del quartiere Laurentino 38

Appello ai quartieri popolari e ai collettivi che lottano!

APPELLO DAL LAURENTINO38 AI QUARTIERI POPOLARI E AI COLLETTIVI CHE LOTTANO PER RIBALTARE L’ESISTENTE:
organizziamo insieme un appuntamento in strada.

Il Laurentino 38 sta vivendo un’ennesima trasformazione in nome della riqualificazione. Il quartiere, per chi governa, è solo un corridoio tra un centro commerciale e l’altro con un’umanità da sfruttare o da spazzare via se in esubero.

I calcoli gelidi di politici, tecnici, architetti e funzionari legati al Dio denaro incontrano però il sapere condiviso, la storia di relazioni, l’amore per ogni angolo del quartiere, anche per i muri brutti.

In questi tempi di guerra, miseria, sfratti, stragi in mare, violenza, carcere e controllo sociale, l’avvilimento potrebbe vincere su tutto, eppure, in questa lunga estate, abbiamo rinnovato quel ghigno che ci fa sentire vivx: che sia un’occasione per la quale i nodi vengano al pettine.

Ce lo dobbiamo dopo la gestione della pandemia a colpi di pacchi alimentari distribuiti dall’esercito per sedare la rabbia. Ce lo dobbiamo con una sanità pubblica che uccide i poveri. Ce lo dobbiamo perché la violenza sulle donne, da parte di uomini e da parte dello stato, non è una novità su cui fare propaganda di regime o rastrellamenti nei quartieri, è la base su cui poggia l’intera società, quella che vogliamo ribaltare a qualsiasi latitudine. Ce lo dobbiamo perché non abbiamo governi amici e tuttx possono capire esattamente la guerra che ci stanno facendo.

L38Squat, il centro sociale del sesto ponte, è sotto sgombero ma crediamo sia importante che tutte le relazioni che abbiamo costruito in 32 anni di occupazione possano essere considerate una forza per chi vive in quartiere.

Facciamo appello a chi conosciamo e a chi ancora non abbiamo incontrato nelle lotte a partecipare ad un momento di confronto per lanciare un appuntamento in strada a fine ottobre, proprio nel nostro quartiere.

Crediamo che in vista del giubileo e del possibile Expo 2030, i quartieri popolari abbiano molto da dirsi e molto da gridare.

CHE SIA IL GRIDO DELLE PERIFERIE A TUONARE IN CITTÀ

Assemblea aperta a tuttx con invito al passaparola
Venerdì 29 settembre alle ore 19.30

A L38SQUAT via Domenico Giuliotti 8x – Sesto ponte del Laurentino 38
(L’incontro si terrà all’aperto e non ci sarà alcun problema in caso di pioggia)

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