I muri abbattuti diventano Ponti

I muri abbattuti diventano Ponti

Era questo il concetto e l’idea dell’architetto Piero Barucci, padre del progetto che ha visto a metà anni ’80 la nascita dei ponti del Laurentino 38. Con la sua recente scomparsa va a sgretolarsi la grande intuizione che ebbe riguardo una differente idea di sviluppo della nostra zona in cui, al centro di un’estesa area verde, ci fosse un quartiere autosufficiente pulsante di vita e socialità. Infatti, originariamente, il progetto prevedeva la nascita, nei locali delle strutture ponte, di servizi e attività di vario tipo che andassero a soddisfare le differenti necessità della popolazione del Laurentino 38. Però non fu così, i servizi non vennero erogati da subito e le attività aprirono in minima parte e, di lì a poco, l’importante emergenza abitativa che già da quegli anni era presente in città ha fatto sì che, gli stessi locali destinati a servizi e negozi venissero invece poi occupati da nuclei familiari e/o giovani del quartiere.

È in questo contesto che il Laurentino 38 diventa uno dei tanti quartieri dormitorio della città, tutto l’opposto riguardo l’intuizione di Barucci. Un quartiere in cui, per almeno 20 anni dalla sua nascita, nessuna istituzione ha fatto qualcosa per migliorarlo destinandolo, di fatto, ad un periodo di lungo abbandono che festeggia ora i suoi 40 anni. Lo stesso Barucci, in un’intervista di sette anni fa, asserisce che il motivo per cui la sua idea di progetto sia fallita fosse da attribuire ad una “irriducibile rivalità scoppiata tra due corpi separati della pubblica amministrazione, Comune di Roma ed ex IACP (oggi ATER), che hanno cominciato a litigare, opporsi e farsi dispetti per seguire delle tematiche legate alla propria visibilità ed ai propri interessi invece di curare il bene collettivo”.

Un quartiere, il nostro, pieno di contraddizioni di diversa provenienza. Ad esempio, ai lati de Laurentino 38, sorgono due mostri del sistema di consumo di massa come i centri commerciali Euroma2 e Maximo. Intorno e di fianco del Laurentino 38 sono sorti, alcuni prima ed altri dopo, quartieri bene il cui tenore di vita è nettamente superiore a quello che si vive a poche centinaia di metri di distanza. La differenza tra il Laurentino 38 ed i luoghi come viale Cesare Pavese o come il lussuoso edificio EuroSky dell’EUR, passando per le ville miliardarie adiacenti lo Shangri-la ed il Fungo sempre in zona Eur (quartieri, quelli, ben tenuti), e’ la cura che viene dedicata alle differenti zone. Al Laurentino 38, invece, le uniche attenzioni che hanno avuto il coraggio di avere sono state dedicate alle sedi di alcune tra le più grandi multinazionali della guerra come la Selex di proprietà di Leonardo, delle nanotecnologie come la HP e degli OGM come la Procter & Gamble. Per queste multinazionali e centri commerciali, gli aiuti del Municipio, della Regione, la fornitura di servizi e manutenzione non sono mai mancati ed, al contrario, in 40 anni non si è riusciti a far vivere dignitosamente le circa 30.000 famiglie abitanti del Laurentino 38.

Sin dal principio il quartiere Laurentino 38 è stato uno degli scenari preferiti dalla speculazione immobiliare, un’area di terreni e immobili pubblici così vasta, all’interno di un quartiere in emergenza costante, ha fatto gola a molti nel tempo. Hanno dilaniato la zona attraverso diversi progetti così detti di “riqualificazione” sempre prontamente appoggiati dai politici di turno per farne il loro personale trampolino di lancio, portando una temporanea attenzione sulle problematiche della zona senza però intervenire in modo sufficiente e fermandosi spesso ad interventi di facciata.

Il progetto che al momento include il Laurentino 38, a differenza di altri quartieri, ha sempre ed esclusivamente interessato l’aspetto estetico degli edifici che l’ATER spera ancora di poter recuperare con una ristrutturazione sommaria ed una vendita sottobanco per cercare di colmare gli enormi debiti che continua ad accumulare proprio per non saper gestire l’immenso patrimonio che possiede. Non c’è alcuna preoccupazione piuttosto verso l’aspetto strutturale, sociale e culturale. Le poche scuole non attrezzate abbinate ad un alto tasso di abbandono scolastico ed i lavori precari associati ad un alto tasso di disoccupazione non hanno di certo migliorato l’esistenza di chi vive al Laurentino 38. Di questo non si parla in questo ennesimo progetto.

Attualmente il progetto prevede la bonifica delle strutture ponte al fine di renderle a norma ed essere finalmente vivibili da nuclei familiari o persone single e, in alcuni casi, costruire una biblioteca ed una palestra a pagamento smantellando il luogo in cui sono già da decine di anni a disposizione del quartiere e di tutti e tutte gratuitamente. Questi progetti speculativi portano così tanta ricchezza nelle tasche di chi li appoggia che riescono a trovare sempre un fronte unico di sostenitori. Per cui banche, imprese edili, politici vari che partono dai delegati alla rigenerazione urbana degli uffici della Regione Lazio, passando per gli assessori responsabili delle politiche abitative del Comune di Roma ed i tecnici del IX Municipio, per arrivare a fare l’occhiolino agli uffici dell’ATER, hanno necessità di dover far credere che il problema più grande di questa zona siano i fatti di cronaca nera raccontati puntualmente dalle testate giornalistiche proprietà di banche o colluse con le lobby del mattone, evitando di affrontare i problemi più impellenti come la mancanza di case, servizi, di cure, di lavoro, di mezzi pubblici per accogliere ed accudire i 30.000 abitanti del Laurentino 38. Azioni mediatiche giustificate da interventi delle forze repressive dello Stato con retate portate avanti, per lo più, ai danni di giovani sottoproletari del quartiere che vivono problematiche di vario genere che vanno dall’economico per arrivare al sociale. Inoltre una costante spinta che soffia verso una continua fascistizzazione della società, portata anche avanti a causa di curiose rivisitazioni della storia messe in atto da parte di note personalità del governo attualmente in carica, parla, oggi più che mai, alla pancia delle persone dei quartieri popolari spesso pronte a ben digerire il discorso “prima gli italiani”. Ebbene, lo vogliamo dire forte e chiaro, i nostri nemici sono tutti questi attori e fattori che, insieme, giocano una partita volta a far vincere chi di solito intasca soldi a discapito di chi tutti i giorni vive nelle borgate.

L’attuale progetto che interessa quinto e sesto ponte è ricaduto, e continuerà ad agire, sui nuclei familiari delle persone occupanti e sul sesto ponte luogo in cui da sempre, oltre ai nuclei familiari occupanti, è stato il ponte del sociale in quanto sono stati presenti associazioni come la Comunità di Sant’Egidio, sindacati come Asia, la sede dell’ANPI ed il centro sociale Laurentinokkupato/L38Squat che, dal febbraio del 1991, esprime socialità, controcultura ed autogestione. Sia ben chiaro, come già comunicato a suo tempo, vogliamo casa per tutte e tutti, che siano persone censite o meno, o che provengano da qualsiasi parte del mondo. Da alcune settimane abbiamo notato un’accelerazione nei lavori relativi a questo progetto: essendo ben visibili reti e recinzioni al centro dell’anello stradale al di sotto del quinto ponte e vedendo operai e Bobcat all’interno del quinto ponte intenti nei lavori di demolizione degli appartamenti al momento liberi. Inoltre, alla luce di ciò che sta avvenendo al quinto ponte, sembra che questo potrebbe avvenire prossimamente anche al sesto ponte. Facciamo appello al quartiere a tenere gli occhi bene aperti e vigilare affinché si possa manifestare la massima solidarietà verso quelle famiglie che, da più di trent’anni, aspettano di vedere finalmente risolto il problema della casa e che, a queste persone, venga assegnata quanto prima un’abitazione degna. Allo stesso tempo, sostenendo la causa di casa per tutte e tutti, siamo fermi nel dire che L38Squat non si tocca.

Domenica 14 Maggio – Palestina, mon amour – Iniziativa benefit per il Centro Amal Al Mustakbal di Betlemme

Domenica 14 maggio

PALESTINA, MON AMOUR

benefit Centro Amal Al Mustakbal (campo profughi di Aida – Betlemme)

dalle ore 17
✌️ disegno nel cortile del sesto ponte dedicato ai/alle prigionieri/e palestinesi nelle carceri sioniste
✌️ proiezione di 4 film/documentari:
Jenin, Jenin (2002)
La strada dei Samouni (2018)
Leila Khaled Hijacker (2006)
Wajib – Invito al matrimonio (2017)
✌️ Aperitivo benefit

L38SQUAT – via Domenico Giuliotti 8x – Sesto Ponte del quartiere Laurentino 38

BILAL LIBERO SUBITO – FUORI TUTTX DALLE GALERE

14 – 15 – 16 Aprile 2023 – 32 anni di occupazione – 32 anni di autogestione

32 Anni di Occupazione – 32 Anni di Autogestione

14 -15 -16 Aprile 2023

 

Venerdì 14

Dalle 19:00:

  • Cena a supporto dello squat e brindisi assieme
  • proiezione film:
    • Trastevere (1971, Fausto Tozzi)
    • Fido (2006, Andrew Currie)
    • Cocaine Bear (2023, Elizabeth Banks

Sabato 15

Dalle 11:00:

  • Colazione musicale
  • Preparazione materiali per Art Attack in quartiere
  • Pranzo vegan a supporto dello squat

nel pomeriggio:

  • Massaggi
  • Postazione file sharing (porta un computer o un supporto dati e condividi i tuoi file)
  • Mostra stampe e magliette
  • Free Shop (prendi quello che ti piace, lascia ciò che non metti)
  • Spazio Baby
  • Distribuzioni
  • Serigrafia benefit

cena:

  • Paninozzi Vegan
  • Istallazione video
  • Concerto con:
    • No chappi? Burgeois!
    • Molestya
    • Plutonium Baby

Domenica 16

12:00 circa:

  • Picnic e concerto acustico con:
    • Maxcarnage
    • Eddy Mondo

dalle 16:00:

  • Giochi benefit con Palombino

Domenica 20 Novembre 2022: Produce esclusione, ma la chiamano riqualificazione

Produce esclusione, ma la chiamano riqualificazione.

La metropoli è un progetto mortifero basato su consumo, sfruttamento e relazioni atomizzate. Le iniezioni di denaro (tra PNRR, giubileo ed un probabile Expo 2030) accelerano le trasformazioni in corso al centro, nei quartieri popolari e nella provincia devastata da nocività e grandi opere.

Domenica 20 Novembre dalle 18:00:

Partendo dalla nostra situazione al Laurentino 38 abbiamo invitato al confronto chi lotta, occupa ed autogestisce a Fiumicino, Torre Maura e nella zona della stazione Termini.

Sabato 17 Dicembre 2022 – Presentazione di “Tendopoly”, miniserie su 10 anni di lotte nelle campagne

Sabato 17 Dicembre 2022 – Presentazione di “Tendopoly”

Una miniserie di 7 episodi su 10 anni di lotte nelle campagne

Invisibili, schiavi, vittime, caporali… questi sono i termini con i quali si parla sempre dei lavoratori e delle lavoratrici delle campagne. Ormai sono anni che le centinaia di immagini di uomini e donne curvi sui campi sono entrate nel nostro immaginario collettivo; ne hanno parlato proprio tutti e ci hanno lucrato sopra in tanti. Gli schiavi del pomodoro, l’esercito degli invisibili, donne in catene…persone mutizzate, perché c’è sempre un delegato sindacale, un paladino della giustizia o un caritatevole volontario a parlare per loro. E quando gli si dà la voce, è solo per spettacolarizzare le condizioni disumane in cui vivono e lavorano, quasi mai per dar risalto alle loro rivendicazioni. Eppure sono più di dieci anni che dalle campagne di tutta Italia vengono fuori lotte potenti, autorganizzate da chi quelle terre le vive e le lavora. Chiedono documenti per tutti, case, contratti giusti; puntano il dito contro i diretti responsabili di sfruttamento e razzismo, non si fanno prendere in giro. Creano reti di solidarietà e spezzano isolamento ed emarginazione.
Nonostante questo, o forse proprio per questo, le lotte sono l’elemento che resta davvero invisibile.
Allora noi in risposta vi presentiamo “Tendopoly“: una miniserie di 7 episodi fatti di rabbia e di amore per ribaltare la narrazione mainstream sullo sfruttamento sul lavoro, i ghetti, il ruolo del terzo settore, le leggi sull’immigrazione, la condizione delle donne, e molto altro… dal punto di vista dei e delle protagoniste di queste lotte.
Il 17 dicembre vi aspettiamo a Roma al Laurentino 38 Squat, a partire dalle 18:30, per la proiezione di “Tendopoly“, seguito da un aperitivo benefit e bella musica!

Campagne in Lotta – https://campagneinlotta.org/

Domenica 9 Ottobre – Presentazione del Libro “La Settimana Santa” nel cortile del sesto ponte

Domenica 9 Ottobre – Presentazione del Libro “La Settimana Santa” nel cortile del sesto ponte

Ciao a tuttə,
Domenica 9 Ottobre dalle 17:00 siamo nel cortile del sesto ponte per presentare un libro sulle violenza di massa nel carcere di Santa Maria Capua Vetere “La Settimana Santa” assieme alla partecipazione dell’autore e di Napoli Monitor.
Ci vediamo al Laurentino 38 al sesto ponte, lato Via Domenico Giuliotti!

Domenica 18 Settembre – Pomeriggio informativo sulla gestione dei rifiuti a Roma

Domenica 18 Settembre

Fanno affari con la monnezza mentre danneggiano ambiente e salute!

dalle 18:00
nel cortile del sesto ponte, lato via Domenico Giuliotti
Pomeriggio informativo sulla gestione dei rifiuti a Roma, sulle responsabilità del comune, della regione e della provincia

Partecipano il Coordinamento contro l’inceneritore di Albano ed il Presidio Permanente

11° Discamping – Contro discariche, inceneritori, bio metano e politche industrialiste dei rifiuti

11° Discamping – Contro discariche, inceneritori, bio metano e politche industrialiste dei rifiuti

A distanza di 23 anni dalla prima nostra denuncia dei danni provocati dalla discarica di Roncigliano facciamo ancora i conti con esalazioni pestilenziali, inquinamento delle falde e abbancamento di qualunque tipo di rifiuto, benché sottoposto a trattamento “preliminare” di TMB, TBM, TM.
Dopo 5 anni di fermo, la discarica ha ingoiato quasi 100.000T di rifiuti tra il 2 agosto 2021 e l’11 marzo del 2022 e poi ancora 30.000 tra luglio e agosto appena trascorsi.
Al nostro pallottoliere abbiamo largamente superato le 450.000T autorizzate dalla VIA del 2009, ma nessuno, Area Rifiuti della regione, comune di Albano, meno che mai Area Metropolitana e comune di Roma, riesce a produrre una misura che contrasti la fantasmagorica previsione di Ecoambiente che dà ancora disponibili al marzo scorso, 159.000 metri cubi .
Con la seconda ordinanza, Gualtieri arriva a sversare anche rifiuti provenienti dalla RIDA di Aprilia con un nuovo codice CER e il disastro cresce.
Oggi gli sversamenti avvengono a 4,5 metri sopra il piano di campagna e Ecoambiente, “sotto lo sguardo vigile” dei commissari antimafia si prepara a salire al 2° piano.
È ovvio che non si può aspettare il 15 novembre, scadenza della Gualtieri 2.
A rendere più amena la situazione la nuova amministrazione di destra non fa partire il cantiere delle fogne e ha tentato perfino di togliere l’acqua con le cisterne mentre ventila ritorsioni contro gli abitanti “irrequieti” dei villaggi.

NEL FRATTEMPO GUALTIERI HA PORTATO A “VAS” IL SUO PIANO COMUNALE DEI RIFIUTI. SI CONFERMA IL GRANDE INCENERITORE A S. PALOMBA, LA DISCARICA DI SERVIZIO E I GRANDI BIOMETANO A ROMA NORD. Tutto è stato portato a VAS senza nulla dire sulle specifiche industriali dell’inceneritore, sulla natura e le quantità delle emissioni, sui consumi d’acqua, rimane ignoto quindi su cosa dovrebbe essere svolta la “valutazione ambientale”, la novità invece è che si farà a meno del pretrattamento”, quindi il rifiuto andrà direttamente dal cassonetto all’inceneritore, un combustibile” con ridotta capacità calorica, fortemente disomogeneo che condanna l’impianto a un deperimento precoce.
Analoghe considerazioni si possono fare per i biodigestori anaerobici, largamente finanziati dal PNRR rispondono esclusivamente a un piano di avvelenamento nazionale di terreni, colture e allevamenti.

NESSUNO CI SALVERA’ DA QUESTI PREDATORI SE NON LA NOSTRA CAPACITA’ DI LOTTA, DI OPPOSIZIONE, DI CONTINUITA’ DI INZIATIVA.

Coordinamento contro l’inceneritore di Albano
Presidio permanente contro la discarica

L38Squat è sotto sgombero

L38Squat è sotto sgombero

la riqualificazione è potere, l’autogestione è possibilità

Sono anni che si susseguono notizie riguardo un mega progetto di riqualificazione che riguarda il quartiere Laurentino 38. Ora i soldi ci sono e l’urgenza attuativa è data dalla campagna elettorale.
Che il quartiere, abbandonato da decenni, sia ormai “fuori posto” è evidente a chiunque conosca questo quadrante. Basta guardarsi intorno e “i ponti” sono un corridoio di esclusione tra un centro commerciale e l’altro, con una città che si espande e spinge lontano chi non può permettersela.
Siamo ottima manodopera per i poli commerciali ma sempre più in ginocchio per il carovita.

Chiariamo da subito che L38Squat non ha alcun accordo per il ricollocamento del centro sociale, come dichiarato dalla regione a romatoday in un articolo del 18 agosto.
Qui stiamo e qui restiamo per diverse ragioni.
31 anni di occupazione significano l’autocostruzione di ogni singolo centimetro in base alle necessità, ai desideri e alle passioni di chi, da tutto il mondo, ha attraversato il sesto ponte.
Per portare via 31 anni di autogestione ci metteremmo circa 31 anni a smontare tutto.
Occupare una buona porzione del sesto ponte per noi ha significato prendersi cura di tutto lo stabile, con i nostri sforzi, con l’assenza dell’IACP e dell’Ater dopo e in comune accordo con le altre realtà presenti. Ogni problema ci è costato mesi di fatiche, confronti, iniziative per raccogliere i fondi e la materialità dei lavori.
Non ci siamo mai considerati proprietari. Qui ci si prende cura dello spazio per darci la possibilità di vivere meglio di come previsto dal sistema di sfruttamento e per lasciare questa stessa possibilità al prossimo.
Noi abbiamo scelto di non essere proprietari ma l’Ater non può reclamare alcuna appartenenza vista l’incuria e la sua sete di affari.


I progetti di giovani architetti che chiamano co-housing con book corner, residenze universitarie o case per single i modelli abitativi di una società atomizzata e violenta, schiacciata dal profitto e dalla miseria, ci fanno tremare i polsi.
In quartiere ci sono persone sole, in un sistema sociale dove devi avere una famiglia a tutti i costi per raccogliere due soldi per campare. Chi sarebbero questi “single”? Non stiamo mica tra gli artisti del Pigneto o nella super cool Porta Venezia a Milano…
Il progetto di Ater e regione non cambierà la condizione di emarginazione e povertà.

Abitare insieme per noi significa darci una mano e darla anche a chi non conosciamo.
Avere una biblioteca autogestita significa avere migliaia di testi a disposizione che fanno parte della nostra storia. Non l’editoria usa e getta ma proprio testi irrinunciabili.
Attivare una palestra per noi ha significato prendersi cura l’un l’altrə, avere come obiettivo la salute e mai la competizione e il machismo.
Ci prenderemo altro spazio per raccontare chi siamo e cos’è quest’occupazione ma ci preme sottolineare che non si tratta di mura e che non c’è alcuna neutralità in tutto quello che c’è dentro. Queste possibilità, per tutti/e e gratuite, non sono sostituibili.

Conosciamo bene la condizione abitativa in quartiere, come abbiamo già detto e dimostrato, vogliamo una casa per tutte e tutti e resteremo al sesto ponte, al centro del quartiere Laurentino 38.
Qui continueremo a stare al fianco di chiunque ha a che fare con la repressione o con la dilagante miseria e vuole affrontare i problemi insieme.
Se vogliono iniziare un progetto che dovrebbe “regalare grande prestigio al quartiere” attaccando noi per primi ci troveranno pronti a difendere, non solo la storia, ma un futuro insieme.

Occupanti del sesto ponte – L38Squat

Qui di seguito alcuni articoli di giornale che parlano del suddetto progetto di riqualificazione:
     https://www.ilfaroonline.it/2021/11/11/laurentino-38-presentato-il-progetto-ater-da-oltre-7-milioni-per-56-nuovi-alloggi/446431/
     
     https://www.romatoday.it/zone/eur/laurentino/riqualificazione-ponti-laurentino-56-alloggi-come-saranno.html
     
  https://urloweb.com/municipi/municipio-ix/laurentino-38-progetti-e-iniziative-per-rilanciare-vivibilita-e-socialita-del-quartiere/
  
   https://ilcaffe.tv/articolo/66951/la-riqualificazione-del-laurentino-38-passa-dal-cohousing

 

L38 SQUAT BAJO AMENAZA DE DESALOJO

La remodelación es el poder, la autogestión es lo posible

Hace ya muchos años que venimos escuchando rumores alrededor de un mega-proyecto de remodelación de nuestro barrio Laurentino 38 en el sur de Roma (Italia), pero esta vez llegó el dinero y se les hizo urgente el proyecto por la agenda marcada por las campañas electorales.

Cualquiera que conoce esta zona de Roma sabe que este barrio, abandonado por las instituciones desde hace décadas, es algo “afuera de lugar”; los así llamados “Puentes” son corredores de exclusión entre un polo comercial y otro, en una ciudad que se expande continuamente empujando cada vez más lejos a sus habitantes más pobres. Para ellos sólo somos óptima mano de obra para sus polos comerciales, mientras sobrevivimos arrodillados por la imparable inflación.

Dejamos muy claro desde el principio que L38SQUAT (centro social tomado desde el 1992 por jóvenes del barrio y no sólo) no ha negociado ninguna reubicación, tal y como mencionado en el periódico Roma Today el día 18 de agosto. Aquí estamos y aquí quedamos, por muchas razones.
31 años de ocupación significan que cada centímetro de este centro social ha sido auto-construido en base a las necesidades y pasiones de quienes, desde todo el mundo, han vivido nuestro espacio. Para llevarnos 31 años de autogestión, necesitaríamos otros 31 años para desarmar todo. De hecho ocupar una buena porción del Sexto Puente ha significado cuidar el espacio, con nuestros esfuerzos y de común acuerdo con otras realidades presentes, a pesar de la ausencia del IACP primero y del ATER después (Institutos Públicos por la Vivienda Popular, ndt). Cada problema nos ha costado meses de reuniones, discusiones, eventos de recolección de fondos y, a parte, el esfuerzo de los trabajos físicos de remodelación. Nunca nos hemos considerados propietarios de estos inmuebles, acá se cuida el edificio para darnos la posibilidad de vivir mejor de como prevé el sistema de explotación y para dejar este espacio en mejores condiciones al prójimo. Nosostr@s escogimos no ser propietarios pero el ATER no tiene derecho alguno a reclamar el espacio, quedando manifiesto su abandono durante años y su sed de negocios ahora.

Los proyectos de los jóvenes arquitectos que nos remplazarían se llaman co-housing con book corner, residencias universitarias o departamentos para single, modelos habitacionales de una sociedad atomizadora y violenta. Todo eso nos hace temblar las manos de coraje: en el barrio hay muchas personas solas, en un sistema social en donde tienes que juntarte en parejas para reunir los dos sueldos para sobrevivir: ¿Quiénes serían estos single? Acá no estamos en los barrios de los artistas del Pigneto o de la “cool” Porta Venezia de Milán. El proyecto de remodelación del ATER no cambiará las condiciones de marginación y de pobreza de Laurentino 38.
Vivir juntos para nosotros significa ayudarnos y ayudar también a quien no conocemos. Tener una biblioteca autogestionada significa tener miles de textos a disposición que son parte de nuestra historia… y no las editoriales consume y tira sino textos realmente imprescindibles. Activar un gimnasio significa para nosotros cuidarnos, cuidar nuestra salud y no para competir, nunca significó machismo. Nos tomaremos más espacio en otro comunicado para contarnos pero que quede claro que no se trata de cuatro paredes sustituibles, que no hay neutralidad en todo lo que hay aquí, que estos espacios y posibilidades son gratuitas y para tod@s.

Conocemos muy bien el drama de las condiciones de las viviendas en el barrio, como hemos ya dicho y demostrado, exigimos casa para todas y todos y a la vez nos vamos a quedar aquí en el corazón del barrio Laurentino 38. Acá seguiremos al lado de quienes sufren la represión y la difusa miseria y quieren enfrentar los problemas juntos.
Si quieren empezar un proyecto que debería “regalar gran prestigio a la zona” atacándonos, nos encontrarán listas y listos para defender no sólo nuestra historia, sino nuestro futuro.

L@s okupas del Sexto Puente / L38SQUAT