13-12 Aprile – 34 Anni di Autogestione – 34 Anni di Occupazione

34 ANNI DI OCCUPAZIONE
34 ANNI DI AUTOGESTIONE
L38SQUAT – SESTO PONTE DEL LAURENTINO 38

Sabato 12 aprile

ore 12.30
torneo di calcio “Il quartiere è un campo da gioco” al Campetto Occupato tra quinto e sesto ponte
ore 14.30
iniziano le partite

ore 16 a L38Squat
merenda e dj-set

ore 16.30 nella palestra autogestita dello squat
CHIACCHIERATA APERTA A TUTT* SUGLI SPORT DA COMBATTIMENTO DA UNA PROSPETTIVA DI GENERE: cosa vuol dire praticare uno sport da combattimento quando sei una donna, una persona trans o nonbinaria?
ALLENAMENTO condiviso di Boxe e Kick Boxing

ore 18.30
DISCUSSIONE sull’autodifesa digitale e sulle tecnologie nel campo della repressione

ore 20.30
proseguono i dj-set e cena vegan a sostegno dei lavori di manutenzione dello squat

Domenica 13 aprile – TUTTX AI CAMPETTI DER TONELLI (alla fine di via Joyce)

ore 11
finale del torneo di calcio “Il quartiere è un campo da gioco

ore 13
pranzo benefit curato e a sostegno della Cassa di solidarietà La Lima

musichette e brindisi

NO AI MEGA PROGETTI DI DEVASTAZIONE – FERMIAMO IL PORTO CROCIERISTICO A FIUMICINO!

NO AI MEGA PROGETTI DI DEVASTAZIONE – FERMIAMO IL PORTO CROCIERISTICO A FIUMICINO!

Il Bilancione Occupato è un pezzo di cuore nostro.
Il Bilancione è molto più di uno spazio fisico: è un luogo di aggregazione, cultura e resistenza, un presidio di lotta che in questi anni ha rappresentato un punto di riferimento per il territorio di Fiumicino e per chi vive di relazioni basate sull’autorganizzazione e la solidarietà.

Il porto crocieristico di Fiumicino promosso da Royal Caribbean è una minaccia alla vita del mare e delle persone.
Ancora una volta, dietro la retorica dello “sviluppo” si nasconde la solita logica predatoria: cemento, inquinamento e speculazione a beneficio di pochi, a discapito di tuttx. Questo mega progetto trasformerà la costa in un’enorme infrastruttura turistica, cancellando la vita. I profitti delle multinazionali delle crociere arriveranno al prezzo di un ecosistema compromesso, dell’erosione costiera e dell’inquinamento marino e atmosferico, come già avvenuto in tanti altri porti del Mediterraneo.

Il nostro NO al porto crocieristico a Fiumicino ha riscontro nella lotta.

Giù le mani dal Bilancione!
Ci vediamo fianco a fianco a Fiumicino.

L38SQUAT

IL LAURENTINO38 É UN CAMPO DA GIOCO – UN QUARTIERE DOVE STARE INSIEME E LOTTARE

UN CAMPO DA GIOCO – UN QUARTIERE DOVE STARE INSIEME E LOTTARE

Ieri, domenica 23 febbraio, al Laurentino 38 c’era il sole e c’erano anche i sorrisi e la fatica.

Uno spazio abbandonato da ATER – il campetto da calcio tra V e VI ponte – ha vissuto di cose molto semplici: la spontaneità dello stare insieme e divertirsi, la possibilità di stare meglio impegnandosi collettivamente.

L’esempio del signor Tonelli, che da anni cura un campetto dove chiunque può giocare a pallone, è un faro per tanti spazi verdi da strappare alla privatizzazione e alla speculazione. Noi stiamo facendo la nostra piccola parte.

L’iniziativa di ieri è stata possibile grazie alla partecipazione di tanti collettivi e tantx singolx compagnx che stiamo incontrando nelle lotte. Numerose realtà sotto minaccia di sgombero hanno unito le forze per dimostrare quanto è potente l’autogestione.

Noi del centro sociale del VI ponte abbiamo la fortuna di stare al Laurentino 38 in un tempo speciale dove sembra che l’attenzione per il quartiere sia rinata e che sia possibile attivarsi collettivamente per vivere meglio insieme. Ieri è stato bellissimo vedere i nostri vicini di casa affacciarsi in finestra e poi scendere per viversi con noi un bel pomeriggio.

La nostra occupazione si avvicina a compiere 34 anni e presto comunicheremo le iniziative che vogliamo organizzare in quartiere. Nei prossimi giorni saremo presenti al corteo popolare del 1 marzo a Quarticciolo contro il modello Caivano e alla biciclettata del 23 marzo a Fiumicino contro il porto croceristico con cui la Royal Caribbean vorrebbe distruggere il mare.

Massima solidarietà a Strike, al Bilancione Occupato di Fiumicino, al Palazzo dell’ex-questura di Quarticciolo e a chiunque resiste a sgomberi e sfratti.

Il pensiero sempre forte ai nostrx compagnx di Torre Maura, del Campetto Occupato di Giulianova e del Tortuga.

L38Squat è al vostro fianco ogni giorno.

Domenica 23 febbraio – IL QUARTIERE È UN CAMPO DA GIOCO

IL QUARTIERE È UN CAMPO DA GIOCO

Mentre la speculazione divora i posti dove abitiamo, dal Laurentino 38 abbiamo lanciato un invito a chi lotta sul litorale di Fiumicino.

Dal decreto Caivano in poi è sempre più chiaro che il governo delle periferie è sul modello carcerario. Dal Quarticciolo al Laurentino, passando per le zone rosse dell’Esquilino e il Tuscolano, il cerchio repressivo si stringe intorno a certe aree della città ma ogni quartiere è un “campo da gioco” dove ognunx può fare la sua parte di lotta.

Che sia la Royal Caribbean a devastare il mare e ogni forma di vita o sia un progetto di riqualificazione a deportare, impoverire e distruggere a noi resta una bellissima possibilità: resistere e farlo insieme.

Attività della giornata:

  • partite di calcetto
  • laboratori per grandi e piccini/e
  • maschere per il carnevale!
  • giocoleria e circo pirata
  • banchetto per serigrafare tessuti
  • cibo e bevande!

Durante tutta l’iniziativa ci sará la diretta di Radio Onda Rossa. Dopo pranzo verrá fatto un approfondimento sulle lotte nei quartieri con varie realtà della città.

Appuntamento alle ore 11 nel cortile di L38Squat (via Domenico Giuliotti)

GIÙ LE MANI DALLE OCCUPAZIONI

L38Squat – il Centro sociale del sesto ponte
Bilancione Occupato

Domenica 2 febbraio un presidio solidale ha interrotto la normalità e il silenzio

Domenica 2 febbraio un presidio solidale di un centinaio di persone ha interrotto la normalità e il silenzio che tengono in piedi il campo di deportazione a Ponte Galeria.

Durante il presidio alcuni reclusi hanno preso i tetti – unico modo per vedere e farsi vedere da un lager infossato in una palude e circondato da mura di 8 metri – e sono stati bloccati dalle guardie; poco dopo, una colonna di fumo nero è apparsa più volte nella sezione maschile.

Il presidio è stato un momento di denuncia grazie al coraggio dei e delle parenti di Moussa Balde e di Ousmane Sylla – uccisi dalla violenza dei CPR a Torino e Roma.
La loro presenza, i loro interventi, le proteste dei reclusi nel CPR sono motivi in più per fare la nostra parte di lotta qui fuori.

Domenica 2 febbraio, quelle mura – sorvegliate, militarizzate, pensate per far scomparire – sono state abbattute dalla solidarietà e il coraggio delle persone reclusx. Con il cuore e lo sguardo rivolti a chi è rinchiusx a Ponte Galeria, a chi paga il prezzo della ribellione sulla propria pelle, a tutte le persone recluse in ogni prigione del mondo, il presidio si è sciolto al grido di FREEDOM – HURRIYA – LIBERTÀ.

Dei CPR solo macerie

Assemblea di solidarietà e lotta

DOMENICA 2 FEBBRAIO ORE 15:30 PRESIDIO DAVANTI ALLE MURA DEL CPR DI PONTE GALERIA

DOMENICA 2 FEBBRAIO ORE 15:30 PRESIDIO DAVANTI ALLE MURA DEL CPR DI PONTE GALERIA

Torniamo lì, dove il ferro e il cemento segnano l’invisibilità di chi è reclusx per il solo fatto di esistere, per non essere natx nel luogo giusto. Torniamo davanti alle mura del CPR di Ponte Galeria per essere fianco a fianco di chi, dentro e fuori quelle mura, combatte ogni giorno contro l’annientamento che lo Stato infligge con il razzismo e l’esclusione.

Lo Stato sta affinando la sua guerra e lavora con nuovi strumenti per segregare, selezionare, controllare ed espellere. Il decreto Cutro trasforma ogni angolo della città in un potenziale campo di concentramento. Ogni stanzino di un edificio pubblico può diventare un temporaneo luogo di prigionia e tortura. Deve vincere l’isolamento per evitare che le persone si organizzino insieme, nelle rivolte e nelle evasioni. Ecco che il CPR di Gradisca d’Isonzo, come sta avvenendo nelle ultime settimane, ci parla di dignità, di una parte di popolazione che resiste e un’altra che opprime.

Il razzismo sistemico si riproduce ogni giorno. Ogni volo di linea è un luogo in cui può avvenire un’espulsione e ogni espulsione è questa società che si riproduce nel nome della sicurezza come strumento di propaganda.

Ogni operazione di polizia, ogni retata in quartiere o nelle campagne, è la propaganda del razzismo che si alimenta sulla vita delle persone: è la politica di questo governo, è la natura della sua democrazia.

Ogni zona rossa vuole essere una prigione sotto il cielo. Uno strumento pensato per legittimare sempre più l’uso della polizia e della sua violenza. Lo abbiamo visto a Corvetto, dove il quartiere è diventato una cassa di risonanza per giustificare gli abusi della polizia, ma nello stesso tempo grido di riscatto e coraggio. Dove ogni corpo, ogni volto, viene sottoposto alla violenza del razzismo e della conseguente criminalizzazione. Tutto per difendere la sicurezza dei ricchi di continuare a sfruttare, tutto per alimentare la guerra contro chi non ha diritto di esistere dove ha scelto di stare.

A Quarticciolo la guerra assume l’altra faccia della stessa medaglia. La polizia, le retate, i modelli Caivano, le deportazioni: una guerra che fa leva sull’umiliazione, sulla separazione, sull’esclusione. È la guerra dei governi, la guerra sulla pelle di chi non può essere altro che una merce da spostare, da annientare, da sottomettere.

A chi si ribella, a chi prova ad alzare la testa, lo Stato risponde con la sua violenza. La risposta è un corpo strappato via dalla vita, deportato in un lager legalizzato, pestato e torturato affinché non si ribelli, affinché non sia di esempio.

Vogliamo tornare là, davanti alle mura di Ponte Galeria, dove l’unica sezione femminile del Paese è chiusa in un angolo dimenticato posto ai confini della città.

Per sostenere le resistenze quotidiane di chi è reclusx, chi lotta ogni giorno per la propria libertà, per la propria dignità. Vogliamo tornare là per dire, ancora una volta, che non avranno il silenzio di cui necessitano le torture.

Hanno un solo nome: infami.

Vogliamo tornare davanti alle mura di Ponte Galeria, dove ogni giorno si riscrive la storia di chi rifiuta la prigione: nelle sezioni che prendono fuoco, nelle evasioni, nella dignità della vita in un sistema di morte.

FREEDOM HURRIYA LIBERTÀ

Assemblea di solidarietà e lotta

HO UNA VOGLIA MATTA DI SUONARE 2.0 – Terza Parte – Crea la musica – Corso Base di Ableton Live!

23 Gennaio
Le basi

  • Interfaccia e potenzialità del software
  • Introduzione ai principali strumenti ed effetti

30 Gennaio
I campioni

  • Taglio e manipolazione dei campioni
  • Registrazione di parti vocali e strumentali

6 Febbraio
Live set

  • Costruiamo assieme un Live set

13 Febbraio
La traccia

  • Costruiamo assieme un brano

Quattro lezioni / Sempre di Giovedì / Sempre alle 18:00

Come sempre nun se paga niente!

Posti limitati, per info e prenotazioni scriveteci tramite i nostri social:

Al Laurentino 38 governa la polizia

È ormai una settimana che il nostro quartiere è sulla cronaca di TV e giornali.
Abbiamo aspettato in silenzio che la notizia di alcuni arresti venisse consumata da chi banchetta sulle difficoltà altrui ma sembra non ci sia ancora pace.

Ieri sera, ancora una volta, il quartiere era sotto assedio. Ogni ingresso pattugliato da numerose volanti.

Lo diciamo senza mezzi termini: la criminalizzazione rivolta al quartiere sta generando un clima pesantissimo e non vogliamo che le guardie si sentano padrone delle nostre vite.
Che può succedere se un pischello in motorino non si ferma a un posto di blocco perché ha fatto due tiri di canna e non vuole perdere la patente? Che può succedere se qualcun risponde male o ignora le domande della prima guardia che capita in quartiere?
Mentre media e politici pompano odio verso le periferie, a noi preoccupa il quotidiano.
Ci aspettiamo solo violenze.

Il Laurentino 38 continua a subire maltrattamenti da ogni amministrazione ma questo non fa notizia.
Non fa notizia, ad esempio, che la Regione Lazio ritiri grossi finanziamenti previsti per interventi nel quartiere perché l’ATER li ha lasciati inutilizzati fino alla scadenza. O che il Municipio IX abbandoni il quartiere, spostando la sua sede accanto al centro commerciale Maximo e traslocando le attività culturali in un posto irraggiungibile come l’Ex-Vaccheria. Intanto, il cantiere del V ponte è ormai il simbolo del fallimento e della speculazione e l’economia interna del quartiere continua a subire colpi pesantissimi, schiacciata da due centri commerciali, senza prospettiva.

Il resto, per fortuna, non è solo polizia.

Le nostre vite sono simili a quelle di tanti/e altri/e abitanti dei quartieri popolari di Roma e non solo. Da una periferia vicina, il Quarticciolo, ci arriva una richiesta di solidarietà per difendere insieme quello che facciamo nei quartieri e quello che desideriamo per le nostre vite.
In questo momento il governo ha deciso di esportare anche al Quarticciolo il modello punitivo-penitenziario applicato nel 2023 a Caivano.
Anche là, come al Laurentino 38, Brumotti e Don Coluccia sono i testimonial del populismo penale e della propaganda violenta che usa i problemi sociali per spianare la strada alla speculazione e al controllo di chi è poverx.

Per confrontarci tra quartieri popolari e sostenerci reciprocamente parteciperemo all’assemblea di sabato 18 gennaio a piazza del Quarticciolo.

L38Squat – il centro sociale del sesto ponte

Già lo sapevamo: sono stati i carabinieri

È la storia di questa società; ti costringe a degli standard di vita che non puoi permetterti, poi ti sfrutta, opprime, ti sperona e ti ammazza. Basterebbe questo, non servirebbe aggiungere altro. Infatti mercoledì è successo lo stesso a San Lorenzo, i carabinieri inseguono un ragazzo nero sospettato di aver rubato al supermercato: lo buttano a terra, lo circondano e lo arrestano.

È la storia di una società che fra la proprietà privata e la vita sceglie sempre la prima. Una società che classifica la vita delle persone sulla base del reddito, del colore della pelle, del genere. Le donne vengono uccise a centinai ogni anno; le vite dei neri contano meno. Ci sono persone di serie A e persone di serie B, è la storia di questa società.

È la storia di un ragazzo come ce ne sono tanti, la maggioranza nel mondo, che per vivere si deve arrangiare come può, perché non c’è chi gli spiana la strada per fare il medico, l’ingegnere o il pagliaccio in parlamento. È la storia di una parte del mondo che resiste a una che opprime.
Sono stati i carabinieri, che per difendere la legalità, la proprietà privata, che per perseguire il loro senso di giustizia per cui gli è stata data l’uniforme, hanno ammazzato un ragazzo e ne hanno arrestato un altro. La vita delle persone razzializzate vale meno, meno di un ALT dei carabinieri, meno di una collana da 300 euro, meno di qualunque cosa al supermercato.

È la storia di una società che continua a ripetere che fino a qui va tutto bene. Vorrebbe far credere che la caduta è sempre più avanti e che fino a qui tutto sommato è andata bene. La caduta non sono i 90 suicidi nelle carceri, perché in fondo in Iran si sta peggio; la caduta non è un ddl che nega anche le forme di protesta pacifiche, perché in fondo i tempi bui sono quelli passati, il fascismo è passato; la caduta non è neanche la guerra ai poveri che viene fatta nelle città con le zone rosse o, ancora prima, murando le strade per complicare la vita a chi ci vive (vedi termini). E così la caduta non è una società che ha fatto dell’università un luogo dove si produce la guerra, del mediterraneo un cimitero, dei palestinesi che resistono una popolazione da sterminare e dei lager nelle nostre città come luoghi necessari per controllare i flussi delle persone che non hanno il giusto documento. Vogliono far credere che questo è il migliore dei mondi auspicabile.

La caduta allora non sarà neanche questa volta, neanche la vita di Ramy basterà a far vedere che la società è già precipitata, e che queste non sono altro che le conseguenze all’atterraggio. Perché il tribunale condannerà il singolo e assolverà la legalità; come fa il carcere: punisce chi ruba ma non combatte la povertà, chi stupra ma non risolve la cultura dello stupro.

Lo sapevamo prima e lo ridiciamo adesso: è stata la società. Classista, razzista, patriarcale.

Ci vediamo sabato 11 gennaio ore 19 a piazza dell’immacolata.

Domenica 5 Gennaio – (di)Saggio al Sesto Ponte – Autogestiamo spazi e condividiamo saperi contro la speculazione nelle borgate

Domenica 5 Gennaio

 

(di)Saggio al Sesto Ponte
Autogestiamo spazi e condividiamo saperi contro la speculazione nelle borgatedalle 18:00
Aperitivo, stuzzichini, dj-set e musica live con il Saggio per la conclusione della prima turnata di corsi della sala prove autogestita “Beat & Kill”

L38Squat – Sesto Ponte – Via domenico giuliotti 8x912:23