Laurentino38 – Quasi 3 anni di cantieri: solo macerie, pericolo crolli, spazzatura ovunque, un mega incendio e tanti materiali lasciati a marcire

V Ponte
Quasi 3 anni di cantieri = solo macerie, pericolo crolli, spazzatura ovunque, un mega incendio e tanti materiali lasciati a marcire.

330mila euro l’anno di occupazione di suolo pubblico che da Ater e Regione finiscono nelle casse del IX municipio = già 1 milione di euro in fumo per un cantiere fermo.

Da qualche giorno la polizia municipale si presenta insistentemente al cancello del centro sociale del sesto ponte.
Ripetiamo: nell’occupazione sono 33 anni che facciamo i lavori di manutenzione, curandoci della struttura intera, mentre il V ponte cade a pezzi per colpa vostra.
Ripetiamo: state lontani da noi.

Vi state mangiando i 7 milioni di euro del progetto sotto gli occhi di tutto il quartiere. Vergognatevi e non vi azzardate a proferire parola sul centro sociale.
Date le case subito alla gente e state zitti.

Una voce al Laurentino 38 – Una risposta a chi ci contatta dal resto della città

Una voce al Laurentino 38.
Una risposta a chi ci contatta dal resto della città.

Mentre le guerre si allargano e continuano i massacri, mentre aumenta la povertà e il governo italiano è impegnato a vendere armi, fare leggi per difendere i ricchi e buttare in carcere chi vive nei quartieri popolari e chi protesta, chiunque può capire quanto ce rode il culo che due fascisti, due che parlano e agiscono come chi governa il paese, si fanno belli al Laurentino 38.

Se avessero a cuore il quartiere e la solidarietà, non avrebbero bisogno di proclami imbarazzanti e toni gloriosi per pulire una strada o distribuire pacchi alimentari (come fanno da anni altri partiti e associazioni) dopo che i loro amici al governo ci fanno vivere nella miseria.

St’estate l’abbiamo passata a parlarci fra chi si conosce e si vuole bene in quartiere ed è bello sapere che abbiamo idee chiare e condivise: al Laurentino, i fascisti porteranno solo odio, divisioni e problemi.

Il PD che governa il municipio, a forza di abbandonare la popolazione, favorire la speculazione e fare la guerra a chi porta avanti le lotte in quartiere, ha permesso a due stronzi di fare questa grossa provocazione.
Inutili i comunicati, ridicola la richiesta di polizia.

Andiamo avanti senza guardie e fascisti che sono solo amici di ricchi e politici.
Lottiamo per una vita libera insieme.

L38Squat – il centro sociale del sesto ponte

AL LAURENTINO 38 LA SPECULAZIONE NON È ABBANDONO, È UN’AGGRESSIONE VIOLENTA CONTRO IL QUARTIERE E LE NOSTRE VITE

Iniziativa nel cortile del sesto ponte al Laurentino38

Più che una novità per il Laurentino 38 è una rinnovata battaglia tra politici di diversa bandiera.

I vecchi dicono ai nuovi che i cantieri sono fermi. I nuovi dicono ai vecchi che i lavori vanno avanti nonostante i debiti lasciati dai vecchi.

Di una cosa però possiamo stare sicurx: vecchi e nuovi sono pronti a prendersi i meriti quando e se qualche “opera” verrà conclusa. Sono persino riusciti a cantare vittoria per l’inaugurazione del teatro ad Elsa Morante, che per 10 anni era stato lasciato vuoto.

Il progetto di riqualificazione del quinto e sesto ponte è una lunga scia di speculazione che solo la costante attenzione degli abitanti riesce a smascherare.

Se un cantiere illegale e succhia soldi è stato smantellato, se le perdite di acqua sono state riparate, se i lavori del quinto ponte sono lentamente ripresi e ogni giorno devono dimostrare che qualche piccola cosa succede, è solo merito di chi si attiva, monitora e porta avanti proteste e denunce sociali.

Tutto sembra come sempre ma intorno a noi le cose accadono e peggiorano.

Abbiamo vite sempre più strozzate, un quartiere sempre più spento e il cambio di destinazione d’uso del quinto e sesto ponte per mettere la parola fine alle realtà sociali e alle serrande commerciali ne è un esempio evidente.

Tutto deve scorrere inesorabilmente tra Maximo e Euroma2, i corpi devono essere numeri, le malattie un destino scritto.

La nostra più grande paura è che invece della voglia di riscatto, sia la bruttezza a prevalere nei cuori e nelle menti.  Se lo specchio del quartiere è l’immagine tremenda del cane che è stato abbandonato nel garage del sesto ponte, dobbiamo darci uno scrollone prima di sprofondare davvero.

In questi ultimi tempi la politica ha giocato le ennesime carte sporche. Un incendio nel parcheggio adiacente al municipio ha fatto parlare di intimidazioni e minacce ai politici, poco importa che a distanza di poche ore si sia chiarita l’origine.

Le dichiarazioni roboanti su RomaToday hanno solleticato Don Coluccia, il prete pallonaro antispaccio, che non si è fatto mancare una passeggiata per i ponti con la questura al seguito.

Il clima di paura e solitudine va spezzato insieme.

Per non restare in balia degli eventi.

Per pretendere una casa per tutti e tutte, per chi è nelle liste da quando è bambinx e ora vuole costruirsi una vita autonoma da persona adulta,  per chi ha o non ha i titoli secondo la burocrazia assassina.

Per resistere insieme allo sgombero del sesto ponte e difendere L38Squat.

Appuntamento venerdì 28 giugno alle ore 18 nel cortile del sesto ponte, lato via Domenico Giuliotti.

Iniziativa nel cortile del sesto ponte al Laurentino38

L’acqua cheta che rovina i ponti

È la tranquillità dei politici a preoccuparci di più. È quella calma che ogni giorno li fa accomodare nei loro uffici, firmare carte, stringere mani.

Le mani non mentono mai. La nostra fatica e le nostre preoccupazioni sono tutte raccontate lì.  E le mani dei politici come sono?

Dopo la perdita d’acqua che da tempo rosicchia il sesto ponte (leggi qui: https://l38squat.noblogs.org/?p=1066) da qualche giorno una vera e propria cascata sta sgorgando dal quinto ponte.

L’acqua cheta che rovina i ponti

I vigili urbani rispondono alle segnalazioni,  prendono nota e vanno via. Avranno capito che servono squadre di operai Acea?

La riqualificazione del quinto ponte di Ater e Regione è un pericolo per il quartiere. Il pericolo crolli, denunciato dalle abitanti, ha già comportato la chiusura del cantiere gestito in maniera criminale. Al municipio, a due passi da lì, interessa solo il guadagno sull’occupazione di suolo pubblico e così va avanti la distruzione nel cuore del quartiere.

Si parla tanto di periferie abbandonate ma quando ci mettono le mani sopra fanno rimpiangere il passato.

A noi la tranquillità della speculazione non piace affatto e stiamo organizzando una manifestazione in quartiere.

Abbiamo ipotizzato il 21 giugno come data migliore per scendere in strada al Laurentino 38, accompagnatx da persone che abitano in altri quartieri popolari e da nostrx compagnx di lotta in città.

Tu ci sarai?

L38Squat (sì, il centro sociale del sesto ponte)

Facciamo rumore

Neppure le parole abbiamo più. E se le avessimo non le ascolteresti.

Per questo sbattiamo con il poco che abbiamo, con le bombolette del gas, con le brande.

Siamo invisibili, per questo cerchiamo di fare rumore, tutti insieme.

Perché sia forte, perché sia disperato, perché sia sgradevole e superi anche i pregiudizi,

quelli che stanno fuori ma anche quelli tra di noi.

Urtiamo le porte, le grate che ci soffocano, i muri che ci chiudono e ci isolano dal mondo.

Muri che hanno reso, che hai reso impenetrabili, delimitando un ghetto-lager, un mondo da dimenticare.

La vita però, come la sofferenza, non puoi farla prigioniera.

Una strada per uscire dalla gabbia, in qualche modo la troverà.

Qualcuno sentirà quella voce e non sarà stato in vano.

Perché basterebbe poco. Basterebbe che per un solo giorno queste mura sporche e grigie diventassero trasparenti.

Basterebbe che tu potessi vederci. Vedere la libertà di cui ci hai privato.

La speranza distrutta, la dignità calpestata.

Basterebbe guardarla per un giorno, questa discarica di rifiuti umani.

Dove hai confinato ogni sbaglio, dove hai buttato il disagio, la povertà, i problemi che non sai o vuoi risolvere. Sperando che così non tornino a darti fastidio, a disturbare i tuoi privilegi, il tuo aperitivo, la tua call.

Vedresti gli occhi vuoti di chi si è spento per dimenticare tutto questo, sperando che passi.

Vedresti i corpi inanimati di chi non riesce a sostenere il dolore.

Vedresti non criminali incalliti e pericolosi, ma persone.

Che spesso non trovano nessuno con energia, il coraggio e la volontà di aiutarle.

Vedresti lo sporco, il degrado.

Ci vedresti cucinare e mangiare in bagno.

Ci vedresti sdraiati nelle brande, perché in piedi in cella non c’entriamo.

Ci vedresti boccheggiare d’estate e tremare d’inverno, senza riscaldamento, senza acqua calda.

Ti basterebbe un solo sguardo per capire che queste persone non sono più umane, che senza un progetto, un lavoro, senza ricevere risposte, senza una speranza non siamo più niente.

Provaci tu a non poter chiamare la tua compagna, a dover scegliere se usare la tua unica chiamata per sentire i tuoi figli o i tuoi genitori.

Prova ad avere solo 10 maledetti minuti a settimana per comprimere tutto, ogni pensiero, ogni parola, ogni sentimento.

Prova a non sentirti solo, impotente, perso.

Basterebbe seguirci mentre arriviamo ammanettati tra la gente, ancora non giudicati, in quelle aule dove dovrebbero fare giustizia, ma ti senti colpevole anche se non lo sei, vivi la condanna prima ancora della sentenza.

Trascinati coi ferri ai polsi, chiusi dentro una gabbia più piccola della cella, sbattuti e umiliati in quei sotterranei luridi di piazzale Clodio.

Basterebbe assaggiare questo cibo, che fa schifo e comunque non basta mai.

Basterebbe finire in questo baratro per capire che i muri e le sbarre chiudono dentro anime vive e tengono fuori l’umanità, la civiltà.

Ti basterebbe vederlo, questo posto, per non poter più far finta di nulla.

Ti metteresti anche tu a sbattere con noi.

Questa volta, non girarti dall’altra parte. Posa l’aperitivo, sospendi la call, metti in pausa il film.

Prova a vedere oltre questo maledetto muro.

Detenuti in mobilitazione – Regina Coeli

Al Laurentino 38 le istituzioni abbandonano e distruggono per fare soldi con la riqualificazione

Nelle ultime tre settimane Acea è stata sollecitata decine di volte per intervenire sulla perdita d’acqua al sesto ponte.
Dagli uffici dicono di non avere alcuna competenza mentre chi abita al Laurentino 38 sa benissimo che basta fare qualche segnalazione in maniera insistente per farsi raggiungere da una squadra di operai.

Uno spreco d’acqua che sputa in faccia a chi non ha la fortuna di averla.
Una negligenza che ha uno scopo preciso: danneggiare il ponte, portarlo al declino e giustificare così la necessità del progetto di riqualificazione e di un nuovo cantiere per ingrossare le tasche di politici e imprenditori.

Ci prendiamo cura della struttura del sesto ponte da 33 anni, collaborando con le persone che abitano o lavorano nelle serrande del piano inferiore per riparare ogni danno e trovare una soluzione insieme perché l’abbandono da parte di Ater ha costretto tutti a rimboccarsi le maniche.
Da quando, una mattina a caso, senza alcun preavviso né alternativa abitativa, le forze dell’ordine e gli operai Ater hanno sgomberato e distrutto le case costruite nelle serrande, per noi è impossibile intervenire in maniera efficace e risolvere i problemi che riguardano la struttura del ponte nel piano inferiore al Centro Sociale.

Abbiamo visto la stessa operazione  avvenire a specchio al quinto ponte. Il pericolo crolli, le perdite d’acqua, i topi e le macerie ovunque sono state sempre denunciate dalle abitanti del ponte davanti a noi. Conosciamo bene le parole trionfanti dei politici quando possono chiacchierare con RomaToday di riqualificazione omettendo che tutto degenera grazie a loro.
Se un cantiere illegale e pericoloso è stato smantellato per far posto a uno nuovo, è solo grazie alla tenacia e all’intelligenza di chi non accettava di vedere sotto i propri occhi la sciatteria, l’ingordigia e la sfrontatezza delle istituzioni che pensavano di poter mettere a repentaglio la salute collettiva e camminare sulle nostre teste nel silenzio generale.

Al sesto ponte sono in corso dei lavori autogestiti per riparare il tetto e prepararlo alla prossima istallazione di pannelli solari. Il progetto di autonomia energetica e riduzione degli sprechi ha ormai preso il via con il supporto di numerose realtà.
Abbiamo però bisogno che la struttura del ponte venga difesa dalla speculazione.

Vi alleghiamo le foto di come gli operai Ater hanno ridotto il piano inferiore del sesto ponte per impedire a chiunque di abitarci.

Vi chiediamo di chiamare Acea come già stanno facendo decine di abitanti del quartiere e ottenere insieme la riparazione della perdita del sesto ponte.

800 130 335 segnalazione guasti Acea

Chiunque ne abbia voglia può spammare il testo qui sopra ai diretti responsabili:

segreteriatumr@regione.lazio.it
dl.attivitatecniche@aterroma.it
s.serafini@aterroma.it
l.ramondelli@aterroma.it
alberto.stancanelli@comune.roma.it
ld.mun09@comune.roma.it
barbara.gemini@comune.roma.it
luisa.laurelli@comune.roma.it
paola.anastasi@comune.roma.it
reclami.ato2@pec.aceaspa.it

Vi salutiamo invitandovi ancora al Laurentino 38

È trascorso qualche giorno dallo scorso finesettimana, tre giornate stupende passate a conoscere e a riconoscere tutte le persone che hanno scelto di partecipare all’autogestione di L38Squat.
Tre giornate che ci hanno dato la giusta energia, sia per affrontare i momenti difficili, sia per immaginare insieme la resistenza dell’occupazione del sesto ponte.

Sappiamo che non si ringrazia nessunx quando non si è proprietari né ospiti, quando si è parte di qualcosa di grande composto dalla somma di tante differenze. Come assemblea che si autorganizza nello squat ci teniamo comunque a mandare un forte abbraccio a chi nello scorso finesettimana ci ha messo cura, solidarietà, attenzione, responsabilità e affetto.

Siamo prontx ai prossimi 33 anni di occupazione,  siamo prontx a lottare fianco a fianco.

Nel salutarvi rivolgiamo l’appello a partecipare all’assemblea nazionale che si svolgerà il 20 aprile a L38Squat, al fianco delle persone immigrate che si autorganizzano contro il razzismo e la violenza di stato.

Giù le mani dal sesto ponte del Laurentino 38 – Comunicato di Solidarietà dal CSOAT Auro e Marco di Spinaceto

Riceviamo e diffondiamo un comunicato da parte del csoat Auro e Marco, compagnx di lunga data, vicinx di quartiere e di lotte:

Con quale faccia, con che coraggio vi presentate alla porta del Laurentino?
Giù le mani dal Sesto Ponte del Laurentino 38!

Alcunx di noi l’hanno visto nascere e ne avrebbero di storie da raccontare…
Quel Laurentino Occupato dove andavamo la sera, prima ancora di occupare Auro e Marco, era l’unico spazio di socialità vera nelle nostre borgate.
Una socialità fatta di sogni e speranze di stravolgere l’esistente che ci stava stretto.
Uscivano i primi computer e condividevamo le connessioni, c’era l’hack lab, i cortei internazionali, le comitive fin sotto al Luna Park dell’Eur e le mille corse generose per dare una mano a chi stava messx peggio di noi.
C’era tanto altro ancora che non riusciamo a far entrare in poche righe di comunicato senza rischiare di cadere nella nostalgia e nella retorica: il Laurentino è stato ed è una parte troppo grande delle nostre vite.

Abbiamo diviso la strada e le lotte insieme a voi e continueremo a farlo! Continuerà ad unirci quello che ci ha sempre portato a sceglierci a vicenda: l’amore per le nostre borgate, di cui conosciamo ogni sasso, ogni angolo con la storia che si porta appresso, e la consapevolezza che la gente che vive nei nostri quartieri una voce ce l’ha e non ha bisogno di essere salvata da nessunx.

Il Laurentino per noi sono anche e soprattutto le compagne che negli anni hanno preso sempre un posizionamento molto chiaro nella lotta femminista e transfemminista, mettendo all’angolo ogni atteggiamento machista e le forme più subdole con cui quella violenza viene fuori nei nostri contesti.
Grazie per tutti i calci in culo dati ai maschi violenti che vi è toccato incrociare. Ci piace pensare di averli tirati insieme a voi!

Chi pensa di venirvi a bussare recapitando letterine di sgombero sottovaluta la potenza dei legami che avete costruito in questi 33 anni.
Non sa che ci troverà ancora una volta in prima fila insieme a voi, gomito a gomito, a difendere questa lunga storia d’amore e di lotta.

Messaggi di solidarietà contro lo sgombero di L38Squat al Laurentino 38

In questi giorni continuano ad arrivarci innumerevoli messaggi di solidarietà contro lo sgombero dello Squat del Laurentino 38. Ve ne lasciamo alcuni qui di seguito e vi invitiamo a scriverne altri e a condividerli dai vostri canali.


Arsenica Pole Dance:


Cagne Sciolte:

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Campagne in Lotta:
Vogliono sgomberare L38Squat! Non lo permetteremo mai!

Abbiamo conosciuto L38Squat e le persone che lo abitano diversi anni fa e ci siamo sentiti subito a casa. In quegli spazi abbiamo potuto incontrare e confrontarci con compagn, singoli e realtà che come noi cercavano e praticavano altre forme di esistenza e socialità.

Le nostre lotte contro le frontiere, lo sfruttamento lavorativo e i campi di contenimento hanno trovato subito spazio e sostegno nello Squat, che già da anni veniva attraversato da tutte quelle persone che hanno dovuto lasciare luoghi cari e affetti ben oltre il raccordo.

Qui abbiamo trovato un luogo di supporto e socialità, che oggi per noi è un punto di riferimento, in cui troveremo sempre complicità e sostegno.

Per noi questo è il risultato più grande e potente che si possa raggiungere, rendere un posto attraversabile da tutt, in particolare da coloro che generalmente vengono marginalizzati o ignorati.

Grazie L38 per dimostrare ogni giorno, da oltre trent’anni, che un altro mondo, altre relazioni e la felicità sono possibili.

Guai a chi tocca lo Squat, non lo permetteremo mai davvero!

Sesto Ponte – Laurentino 38

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Collettivo “No Porto” del “Bilancione” di Fiumicino:

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Collettivo Vivo:
siamo lə studentə del liceo francesco vivona (di cui una delle sedi é situata nei pressi dello squat) e parliamo a nome del nostro collettivo.

come giovani studentə, a L38 squat abbiamo trovato uno spazio che raramente la città ci offre, specialmente nelle periferie, in cui poter crescere, proporre iniziative e far sentire la nostra voce.

Grazie allo squat ci è stato dimostrato quanto un’alternativa basata sul rispetto, l’autogestione e l’aiuto reciproco sia possibile e necessaria.

abbiamo visto con i nostri occhi la forza di chi è riuscito a trasformare un luogo dimenticato in uno spazio di aggregazione e lotta per il quartiere. per noi rappresenta un punto di riferimento, un luogo in cui sentirsi individui liberə di esprimerci senza essere vincolatə da rapporti di potere verticali.

Siamo unitə in questa lotta, e difenderemo questa realtà, simile a molte altre del territorio, essenziale per chi ci abita e per chi la vive.

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Gimnasio Autónomo Popular “Barrio Bravo”:

Como Gimnasio Autónomo Popular “Barrio Bravo”, junto con solidarixs internacionalistas presentes en el barrio, expresamos nuestra complicidad y apoyo total a la okupa L38 Squat de Roma, bajo amenaza de desalojo. Nosotrxs desde la periferia de una ciudad de Chiapas, a su vez periferia de México, sabemos perfectamente que significa trabajar en una zona de marginación siendo una de las pocas alternativas posible (autogestiva) ante el abandono del Estado. Razón por la cual mandamos este abrazo solidario, fuerte y combativo desde nuestro gimnasio, desde nuestra lucha barrial a la lucha barrial de L38 Squat: resistan compas, un sueño colectivo jamás se desaloja

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Nodo solidale:
Giù le mani dal L38 Squat!

L38 squat è un centro sociale occupato attivo da ben 33 anni e situato nel quartiere popolare Laurentino 38 a Roma. Oltre all’importanza del lavoro politico (antifascista, antirazzista e antisessista) che il collettivo dello squat in queste tre decadi continua a svolgere nel quartiere e nella città, questo spazio per noi tutt* del Nodo Solidale rappresenta un pezzo fondamentale della nostra storia.

Ormai quasi vent’anni fa da un nucleo di militanti interni a questo squat è partita l’idea e il lavoro per creare un collettivo internazionalista solidale con le lotte del Messico dal basso. Proprio qui il Nodo Solidale ha mosso i primi passi, le prime traduzioni di testi, le iniziative sulla comune di Oaxaca, i primi eventi di autofinanziamento. Nel L38Squat è iniziata la meraviglia della complicità che ha portato il Nodo a crescere fino a diventare un collettivo che ormai trova la sua casa in moltissimi luoghi ribelli sia in Messico che in Italia.

Lo zapatismo è sempre stato in questo luogo liberato un’ispirazione come altri movimenti di liberazione, specialmente quelli di Palestina e Kurdistan. Proprio al Laurentino Okkupato (come lo chiama ancora la vecchia guardia) abbiamo vissuto uno dei momenti più emozionanti della nostra storia politica celebrando el “dia de muertos” assieme a due delegazioni zapatiste nel 2021. Momento nel quale abbiamo raccontato loro con commozione di Carlo, Teresa, Gianfranco, Renato e di tutte le nostre meravigliose anime ribelli che saranno sempre con noi.

Oggi purtroppo e da diverso tempo l’L38 Squat è sotto sgombero in nome di una falsa e ipocrita riqualificazione del quartiere. In nome della speculazione si attacca una delle pochissime realtà che nel territorio ha lavorato a fianco di chi lo abita costruendo dignità attraverso la resistenza popolare e dal basso, creando un mondo di relazioni umane assolutamente contrario alle logiche del potere depredatorio che converte le periferie in territorio di conquista.

Noi, come tanti altri collettivi e individualità, a Roma come sparsi nel mondo, non lasceremo sola la ciurma del L38Squat, perché i sogni collettivi non si possono sgomberare.

Giù le mani dall’L38 Squat!

Nodo solidale (Italia-Messico)

Sesto Ponte – Laurentino 38 🖤🔥

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Ragazzacce:
La gestione degli spazi nella città di Roma è una questione da anni al centro del dibattito sociale e politico. Abbiamo conosciuto negli anni varie realtà che lottano per il diritto all’abitare, diritto ad avere una casa e diritto a potersi autodeterminare, come individui, come collettività familiare o come conformazione sociale. Gli spazi pubblici sono oggetto di speculazione e abbondono, rendendo evidente il distacco tra le istituzioni e gli abitanti della città, che si prendono cura di quegli spazi e che invece di essere ringraziati vengono avversati in tutti modi.

Dai tanti studi e progetti, anche para-istituzionali, come quelli del Prof. di urbanistica dell’Università di Roma, Cellamare, e dall’esperienza delle tante realtà associative locali emerge una Roma abbandonata dalle istituzioni che invece di valorizzare forme di cura tra la cittadinanza (intesa quale conformazione di individui che vivono un luogo a prescindere dallo status di cittadino) si chiude dietro a intimazioni di sfratto, creando un sistema che finanzia quella stessa “illegalità” che si vuole, a parole, combattere.
Una Roma, al tempo stesso, ricca di passione, colore e cura da parte di tante e tanti che cercano, a proprio modo, con i loro soli mezzi, di creare spazi di condivisione, arte, riflessione, protezione, luoghi di cura, dove poter fare contro cultura. Insomma, luoghi indispensabili.

Recentemente abbiamo assistito allo sfratto delle donne del V Ponte a Laurentino, definite “occupanti”. In realtà donne, lavoratrici, madri che rivendicano il diritto ad avere una casa e condizioni di vita quantomeno dignitose e che per questo si sono attivate, censendosi e chiedendo in più occasioni un incontro con le istituzioni. Il silenzio, lo sfratto, il non sapere dove vivere. Queste le risposte. Nel frattempo, il cantiere fermo, case abbandonate, e recentemente un incendio, pericoloso, proprio sotto quelle case vuote, causato probabilmente dall’incuria della ditta dei lavori che ha lasciato rifiuti e materiali pericolosi all’aria aperta.

Questa è una delle tante storie, storie che da anni vengono ascoltate dalle amiche e amici del L38 Squat, un luogo di incontro e solidarietà, una collettività che è accanto a quelle donne e che negli anni ha dato ospitalità a tant*. Un luogo politico, che accoglie senza discriminare e che negli anni si è fatto carico di oneri pesanti. Uno spazio che ha colorato gli spazi vuoti di un un quartiere di periferia.

Noi l’abbiamo attraversato questo spazio e ci siamo sentit accolt, sicur, abbracciat.

Questa è la realtà che vogliono sgomberare e sarebbe proprio una grande perdita per il quartiere e per la stessa città di Roma.

Esprimiamo la nostra solidarietà al L38 Squat e a tutti gli spazi virtuosi in questa nostra Roma che rischiano di essere spazzati via da politiche miopi e ignoranti, non curanti del valore che questi spazi, intesi come collettività, hanno.

Questo non deve succedere. Accanto a L38 Squat per una Roma diversa.

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Striscione di solidarietà contro lo sgombero di L38Squat fuori all’Università “La Sapienza” di Roma:

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Zerocalcare:

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Guai a chi ci tocca

Oggi abbiamo interrotto un incontro sulla costruzione di comunità energetiche organizzato dal Comune di Roma e dal IX Municipio a Spinaceto.

L’intervento è stato molto breve e ha raccontato, allx abitanti di diversi quartieri lì presenti, il progetto di autonomia energetica che stiamo costruendo da un anno, con il contributo di ingegnerx e architettx che con noi condividono un’etica.

Questa interruzione è stata l’occasione per far sapere a tuttx che lo stesso municipio che si riempie la bocca con parole come “comunità” e “solidarietà” manda ogni giorno i vigili urbani per notificarci lo sgombero e che continueremo a resistere mettendo in campo le nostre iniziative autonomamente.

Il nostro intervento si è concluso accusando il Comune e Municipio di aver lasciato in strada le donne del quinto ponte, alcune delle quali ospitate ad oggi da noi di l38 squat.

La scelta di cancellare l’appuntamento istituzionale nella sala consiliare del IX Municipio,che avrebbe dovuto tenersi venerdì scorso, non ci impedirà di andarli a disturbare ovunque vorremo.

L38 squat

Guai a chi ci tocca