dalle 11:00
IMPERDIBILE MATINÉE!
“non cantare dal pulotto, canta solo a L38”
Karaoke e pranzo benefit per la cassa di solidarietà “La Lima”
33 Anni Senza Stato
dalle 11:00
IMPERDIBILE MATINÉE!
“non cantare dal pulotto, canta solo a L38”
Karaoke e pranzo benefit per la cassa di solidarietà “La Lima”
vi invitiamo a condividere la strada del quartiere Laurentino 38 per un concerto rap autogestito.
Un’occasione di socialità fuori dal consumo dei locali, fuori dall’oppressione del lavoro.
Un’occasione per dimostrarci la bellezza delle relazioni solidali e regalarci del divertimento.
Alle ore 18 (puntuali!) affacciatevi dalle finestre o raggiungeteci da altri quartieri, seguite la musica e unitevi a noi.
Più che una novità per il Laurentino 38 è una rinnovata battaglia tra politici di diversa bandiera.
I vecchi dicono ai nuovi che i cantieri sono fermi. I nuovi dicono ai vecchi che i lavori vanno avanti nonostante i debiti lasciati dai vecchi.
Di una cosa però possiamo stare sicurx: vecchi e nuovi sono pronti a prendersi i meriti quando e se qualche “opera” verrà conclusa. Sono persino riusciti a cantare vittoria per l’inaugurazione del teatro ad Elsa Morante, che per 10 anni era stato lasciato vuoto.
Il progetto di riqualificazione del quinto e sesto ponte è una lunga scia di speculazione che solo la costante attenzione degli abitanti riesce a smascherare.
Se un cantiere illegale e succhia soldi è stato smantellato, se le perdite di acqua sono state riparate, se i lavori del quinto ponte sono lentamente ripresi e ogni giorno devono dimostrare che qualche piccola cosa succede, è solo merito di chi si attiva, monitora e porta avanti proteste e denunce sociali.
Tutto sembra come sempre ma intorno a noi le cose accadono e peggiorano.
Abbiamo vite sempre più strozzate, un quartiere sempre più spento e il cambio di destinazione d’uso del quinto e sesto ponte per mettere la parola fine alle realtà sociali e alle serrande commerciali ne è un esempio evidente.
Tutto deve scorrere inesorabilmente tra Maximo e Euroma2, i corpi devono essere numeri, le malattie un destino scritto.
La nostra più grande paura è che invece della voglia di riscatto, sia la bruttezza a prevalere nei cuori e nelle menti. Se lo specchio del quartiere è l’immagine tremenda del cane che è stato abbandonato nel garage del sesto ponte, dobbiamo darci uno scrollone prima di sprofondare davvero.
In questi ultimi tempi la politica ha giocato le ennesime carte sporche. Un incendio nel parcheggio adiacente al municipio ha fatto parlare di intimidazioni e minacce ai politici, poco importa che a distanza di poche ore si sia chiarita l’origine.
Le dichiarazioni roboanti su RomaToday hanno solleticato Don Coluccia, il prete pallonaro antispaccio, che non si è fatto mancare una passeggiata per i ponti con la questura al seguito.
Il clima di paura e solitudine va spezzato insieme.
Per non restare in balia degli eventi.
Per pretendere una casa per tutti e tutte, per chi è nelle liste da quando è bambinx e ora vuole costruirsi una vita autonoma da persona adulta, per chi ha o non ha i titoli secondo la burocrazia assassina.
Per resistere insieme allo sgombero del sesto ponte e difendere L38Squat.
Appuntamento venerdì 28 giugno alle ore 18 nel cortile del sesto ponte, lato via Domenico Giuliotti.
L’appuntamento del 28 giugno contro sgomberi, speculazione e controllo sociale inizia alle ore 18 nel cortile di L38Squat con Paper Surgery.
Paper Surgery torna a casa e orgogliosamente presenta in anteprima intergalattica la seconda edizione della fanzine più meglio di tutte!
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100% intelligenza creativa SUB-umana
PAPER BULLETS FANZINE
con voci e testimonianze da e per la Palestina
I nostri appelli hanno già raggiunto chi abita in città e si organizza lottando.
Dai concerti in strada alle manifestazioni contro la speculazione ed il controllo sociale, dalla solidarietà attiva nei confronti di chi è sotto sfratto alle manifestazioni contro la violenza patriarcale.
Da quando l’ennesimo progetto di speculazione ha messo le mani sopra la vita di chi abita nel quartiere Laurentino 38, abbiamo scelto di non restare in silenzio e di considerare ogni attacco ad una vita desiderabile l’occasione per lottare.
Le minacce di sgombero nei confronti di L38Squat stanno rafforzando le relazioni intorno a noi e ci convincono sempre di più a lasciare il segno in quartiere, a farci innamorare ogni giorno di chi alza la testa in ogni parte del mondo per non far vincere la rassegnazione e la solitudine davanti alla crudeltà e alla violenza dei ricchi e dei politici.
Invitiamo tuttx a raggiungerci, ancora una volta, dove vogliamo restare e resistere.
Venerdì 28 giugno ore 18 appuntamento nel cortile del sesto ponte davanti a L38Squat (lato via Domenico Giuliotti)
È la tranquillità dei politici a preoccuparci di più. È quella calma che ogni giorno li fa accomodare nei loro uffici, firmare carte, stringere mani.
Le mani non mentono mai. La nostra fatica e le nostre preoccupazioni sono tutte raccontate lì. E le mani dei politici come sono?
Dopo la perdita d’acqua che da tempo rosicchia il sesto ponte (leggi qui: https://l38squat.noblogs.org/?p=1066) da qualche giorno una vera e propria cascata sta sgorgando dal quinto ponte.
L’acqua cheta che rovina i ponti
I vigili urbani rispondono alle segnalazioni, prendono nota e vanno via. Avranno capito che servono squadre di operai Acea?
La riqualificazione del quinto ponte di Ater e Regione è un pericolo per il quartiere. Il pericolo crolli, denunciato dalle abitanti, ha già comportato la chiusura del cantiere gestito in maniera criminale. Al municipio, a due passi da lì, interessa solo il guadagno sull’occupazione di suolo pubblico e così va avanti la distruzione nel cuore del quartiere.
Si parla tanto di periferie abbandonate ma quando ci mettono le mani sopra fanno rimpiangere il passato.
A noi la tranquillità della speculazione non piace affatto e stiamo organizzando una manifestazione in quartiere.
Abbiamo ipotizzato il 21 giugno come data migliore per scendere in strada al Laurentino 38, accompagnatx da persone che abitano in altri quartieri popolari e da nostrx compagnx di lotta in città.
Tu ci sarai?
L38Squat (sì, il centro sociale del sesto ponte)
Neppure le parole abbiamo più. E se le avessimo non le ascolteresti.
Per questo sbattiamo con il poco che abbiamo, con le bombolette del gas, con le brande.
Siamo invisibili, per questo cerchiamo di fare rumore, tutti insieme.
Perché sia forte, perché sia disperato, perché sia sgradevole e superi anche i pregiudizi,
quelli che stanno fuori ma anche quelli tra di noi.
Urtiamo le porte, le grate che ci soffocano, i muri che ci chiudono e ci isolano dal mondo.
Muri che hanno reso, che hai reso impenetrabili, delimitando un ghetto-lager, un mondo da dimenticare.
La vita però, come la sofferenza, non puoi farla prigioniera.
Una strada per uscire dalla gabbia, in qualche modo la troverà.
Qualcuno sentirà quella voce e non sarà stato in vano.
Perché basterebbe poco. Basterebbe che per un solo giorno queste mura sporche e grigie diventassero trasparenti.
Basterebbe che tu potessi vederci. Vedere la libertà di cui ci hai privato.
La speranza distrutta, la dignità calpestata.
Basterebbe guardarla per un giorno, questa discarica di rifiuti umani.
Dove hai confinato ogni sbaglio, dove hai buttato il disagio, la povertà, i problemi che non sai o vuoi risolvere. Sperando che così non tornino a darti fastidio, a disturbare i tuoi privilegi, il tuo aperitivo, la tua call.
Vedresti gli occhi vuoti di chi si è spento per dimenticare tutto questo, sperando che passi.
Vedresti i corpi inanimati di chi non riesce a sostenere il dolore.
Vedresti non criminali incalliti e pericolosi, ma persone.
Che spesso non trovano nessuno con energia, il coraggio e la volontà di aiutarle.
Vedresti lo sporco, il degrado.
Ci vedresti cucinare e mangiare in bagno.
Ci vedresti sdraiati nelle brande, perché in piedi in cella non c’entriamo.
Ci vedresti boccheggiare d’estate e tremare d’inverno, senza riscaldamento, senza acqua calda.
Ti basterebbe un solo sguardo per capire che queste persone non sono più umane, che senza un progetto, un lavoro, senza ricevere risposte, senza una speranza non siamo più niente.
Provaci tu a non poter chiamare la tua compagna, a dover scegliere se usare la tua unica chiamata per sentire i tuoi figli o i tuoi genitori.
Prova ad avere solo 10 maledetti minuti a settimana per comprimere tutto, ogni pensiero, ogni parola, ogni sentimento.
Prova a non sentirti solo, impotente, perso.
Basterebbe seguirci mentre arriviamo ammanettati tra la gente, ancora non giudicati, in quelle aule dove dovrebbero fare giustizia, ma ti senti colpevole anche se non lo sei, vivi la condanna prima ancora della sentenza.
Trascinati coi ferri ai polsi, chiusi dentro una gabbia più piccola della cella, sbattuti e umiliati in quei sotterranei luridi di piazzale Clodio.
Basterebbe assaggiare questo cibo, che fa schifo e comunque non basta mai.
Basterebbe finire in questo baratro per capire che i muri e le sbarre chiudono dentro anime vive e tengono fuori l’umanità, la civiltà.
Ti basterebbe vederlo, questo posto, per non poter più far finta di nulla.
Ti metteresti anche tu a sbattere con noi.
Questa volta, non girarti dall’altra parte. Posa l’aperitivo, sospendi la call, metti in pausa il film.
Prova a vedere oltre questo maledetto muro.
Detenuti in mobilitazione – Regina Coeli
Nelle ultime tre settimane Acea è stata sollecitata decine di volte per intervenire sulla perdita d’acqua al sesto ponte.
Dagli uffici dicono di non avere alcuna competenza mentre chi abita al Laurentino 38 sa benissimo che basta fare qualche segnalazione in maniera insistente per farsi raggiungere da una squadra di operai.
Uno spreco d’acqua che sputa in faccia a chi non ha la fortuna di averla.
Una negligenza che ha uno scopo preciso: danneggiare il ponte, portarlo al declino e giustificare così la necessità del progetto di riqualificazione e di un nuovo cantiere per ingrossare le tasche di politici e imprenditori.
Ci prendiamo cura della struttura del sesto ponte da 33 anni, collaborando con le persone che abitano o lavorano nelle serrande del piano inferiore per riparare ogni danno e trovare una soluzione insieme perché l’abbandono da parte di Ater ha costretto tutti a rimboccarsi le maniche.
Da quando, una mattina a caso, senza alcun preavviso né alternativa abitativa, le forze dell’ordine e gli operai Ater hanno sgomberato e distrutto le case costruite nelle serrande, per noi è impossibile intervenire in maniera efficace e risolvere i problemi che riguardano la struttura del ponte nel piano inferiore al Centro Sociale.
Abbiamo visto la stessa operazione avvenire a specchio al quinto ponte. Il pericolo crolli, le perdite d’acqua, i topi e le macerie ovunque sono state sempre denunciate dalle abitanti del ponte davanti a noi. Conosciamo bene le parole trionfanti dei politici quando possono chiacchierare con RomaToday di riqualificazione omettendo che tutto degenera grazie a loro.
Se un cantiere illegale e pericoloso è stato smantellato per far posto a uno nuovo, è solo grazie alla tenacia e all’intelligenza di chi non accettava di vedere sotto i propri occhi la sciatteria, l’ingordigia e la sfrontatezza delle istituzioni che pensavano di poter mettere a repentaglio la salute collettiva e camminare sulle nostre teste nel silenzio generale.
Al sesto ponte sono in corso dei lavori autogestiti per riparare il tetto e prepararlo alla prossima istallazione di pannelli solari. Il progetto di autonomia energetica e riduzione degli sprechi ha ormai preso il via con il supporto di numerose realtà.
Abbiamo però bisogno che la struttura del ponte venga difesa dalla speculazione.
Vi alleghiamo le foto di come gli operai Ater hanno ridotto il piano inferiore del sesto ponte per impedire a chiunque di abitarci.
Vi chiediamo di chiamare Acea come già stanno facendo decine di abitanti del quartiere e ottenere insieme la riparazione della perdita del sesto ponte.
800 130 335 segnalazione guasti Acea
Chiunque ne abbia voglia può spammare il testo qui sopra ai diretti responsabili:
segreteriatumr@regione.lazio.it
dl.attivitatecniche@aterroma.it
s.serafini@aterroma.it
l.ramondelli@aterroma.it
alberto.stancanelli@comune.roma.it
ld.mun09@comune.roma.it
barbara.gemini@comune.roma.it
luisa.laurelli@comune.roma.it
paola.anastasi@comune.roma.it
reclami.ato2@pec.aceaspa.it
È trascorso qualche giorno dallo scorso finesettimana, tre giornate stupende passate a conoscere e a riconoscere tutte le persone che hanno scelto di partecipare all’autogestione di L38Squat.
Tre giornate che ci hanno dato la giusta energia, sia per affrontare i momenti difficili, sia per immaginare insieme la resistenza dell’occupazione del sesto ponte.
Sappiamo che non si ringrazia nessunx quando non si è proprietari né ospiti, quando si è parte di qualcosa di grande composto dalla somma di tante differenze. Come assemblea che si autorganizza nello squat ci teniamo comunque a mandare un forte abbraccio a chi nello scorso finesettimana ci ha messo cura, solidarietà, attenzione, responsabilità e affetto.
Siamo prontx ai prossimi 33 anni di occupazione, siamo prontx a lottare fianco a fianco.
Nel salutarvi rivolgiamo l’appello a partecipare all’assemblea nazionale che si svolgerà il 20 aprile a L38Squat, al fianco delle persone immigrate che si autorganizzano contro il razzismo e la violenza di stato.
Riceviamo e diffondiamo un comunicato da parte del csoat Auro e Marco, compagnx di lunga data, vicinx di quartiere e di lotte:
Con quale faccia, con che coraggio vi presentate alla porta del Laurentino?
Giù le mani dal Sesto Ponte del Laurentino 38!
Alcunx di noi l’hanno visto nascere e ne avrebbero di storie da raccontare…
Quel Laurentino Occupato dove andavamo la sera, prima ancora di occupare Auro e Marco, era l’unico spazio di socialità vera nelle nostre borgate.
Una socialità fatta di sogni e speranze di stravolgere l’esistente che ci stava stretto.
Uscivano i primi computer e condividevamo le connessioni, c’era l’hack lab, i cortei internazionali, le comitive fin sotto al Luna Park dell’Eur e le mille corse generose per dare una mano a chi stava messx peggio di noi.
C’era tanto altro ancora che non riusciamo a far entrare in poche righe di comunicato senza rischiare di cadere nella nostalgia e nella retorica: il Laurentino è stato ed è una parte troppo grande delle nostre vite.
Abbiamo diviso la strada e le lotte insieme a voi e continueremo a farlo! Continuerà ad unirci quello che ci ha sempre portato a sceglierci a vicenda: l’amore per le nostre borgate, di cui conosciamo ogni sasso, ogni angolo con la storia che si porta appresso, e la consapevolezza che la gente che vive nei nostri quartieri una voce ce l’ha e non ha bisogno di essere salvata da nessunx.
Il Laurentino per noi sono anche e soprattutto le compagne che negli anni hanno preso sempre un posizionamento molto chiaro nella lotta femminista e transfemminista, mettendo all’angolo ogni atteggiamento machista e le forme più subdole con cui quella violenza viene fuori nei nostri contesti.
Grazie per tutti i calci in culo dati ai maschi violenti che vi è toccato incrociare. Ci piace pensare di averli tirati insieme a voi!
Chi pensa di venirvi a bussare recapitando letterine di sgombero sottovaluta la potenza dei legami che avete costruito in questi 33 anni.
Non sa che ci troverà ancora una volta in prima fila insieme a voi, gomito a gomito, a difendere questa lunga storia d’amore e di lotta.